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Ingroia: "Legalizzare la cannabis. Da giovane ho provato"

Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia

Il magistrato palermitano ai microfoni della Zanzara ha dichiarato di essere d'accordo con Roberto Saviano

Alberti Eva
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E' già la seconda volta in una settimana che La Zanzara pizzica un siculo illustre che si dichiara estimatore delle droghe leggere. Era già successo con Raffaele Lombardo, il governatore dell'isola, che intervenendo nella trasmissione di Cruciani a Radio 24 aveva dichiarato: "Non ho mai provato l'ebbrezza di una canna, sarebbe uno dei tanti piaceri che potrei concedermi quando non sarò più governatore della Sicilia, dal 31 luglio". Provocatore. E poi aveva rincarato la dose, parlando della sua vita da "pensionato" e prefigurando scenari bucolici piuttosto giamaicani: "Mi dedicherò all'agricoltura e coltiverò anche la marijuana, so che è illegale ma pazienza".  "Se ho fatto un tiro?" - Ieri, venerdì 13 luglio, è toccato a un'altra autorità, il giudice Antonio Ingroia, magistrato della Repubblica italiana e procuratore aggiunto di Palermo. L'illustrissimo bacchettatore dei reati altrui era stato interrogato a proposito del rendere legali gli spinelli: "Legalizzazione delle droghe leggere? Un dibattito interessante, non sono contrario. Anzi sono per il sì", ha dichiarato il magistrato. Aggiungendo: "E poi Roberto Saviano ha spesso delle buone idee". Il riferimento è all'articolo di Saviano su L'Espresso che ha riportato in auge la questione, insieme alle dichiarazioni dello stimatissimo oncologo Umberto Veronesi. Cruciani non si è lasciato sfuggire l'occasione, e ha chiesto a Ingroia se ci fosse dell'interesse personale, diciamo, nello sposare la causa. Il magistrato si fa o si è mai fatto una canna? Risposta: "Se ho fatto un tiro? Cose della gioventù e sono cose così lontane nel mio passato che il ricordo è molto sfumato". Ma sufficiente positivo, evidentemente.  

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