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Vecchi, big e bellone: ecco chi rischia nel Pdl

Giulio Bucchi
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  di Barbara Romano Tira aria di spending review dalle parti di Silvio Berlusconi. Non a palazzo Grazioli, dove alla razionalizzazione delle spese provvede la solerte Mariarosaria Rossi, deputata  tuttofare che ha preso il posto della leggendaria segretaria del Cavaliere, Marinella Brambilla. Ma a via dell'Umiltà. In vista delle Politiche del 2013, il neo-ricandidato premier del Pdl sta pianificando un profondo repulisti. In previsione di una probabile sconfitta, che inevitabilmente assottiglierà le file pidielline alla Camera e al Senato. Ma i tagli sono anche funzionali a uno svecchiamento della squadra, che per Berlusconi VI rappresenta un'assoluta priorità, se vuole dare agli italiani il segnale del nuovo che avanza.  La spending review del Cav punta a fare spazio ai quarantenni che finora hanno lavorato dietro le quinte del partito nel più totale anonimato. Amministratori locali, coordinatori pidiellini legati al territorio, giovani di fiducia dell'ex premier, che ora lui intende portare alla luce del sole e fare di loro la colonna del Pdl in Parlamento. Una nuova generazione di deputati e senatori selezionati in base al merito. Ecco perché la vecchia guardia ha strizza. E anche quella seminuova. Tra onorevoli d'antan, frondisti, sospetti fedifraghi e veline, sono in tanti a tremare sotto l'accetta del Cavaliere.  I parlamentari nel mirino della spending review si dividono in due categorie: pensionandi ed esodandi. I primi si annidano al Senato, dove sono state parcheggiate tutte le vecchie glorie di Forza Italia. Con il risultato che oggi l'età media dei senatori viaggia tra i sessanta e i settant'anni. Non mancano i quasi ottuagenari, tipo Giuseppe Ciarrapico, Sebastiano Burgaretta, Mariano Delogu... E neppure gli ultraottantenni alla Lamberto Dini. Basta. Con tutto il rispetto per la terza età, ora largo ai giovani, anche a Palazzo Madama. Un senatore che quasi sicuramente non sarà ricandidato nelle liste del Pdl è Beppe Pisanu. Sull'ex ministro dell'Interno del II e III governo Berlusconi, oltre al fattore età (75 anni) pesa la scomunica del Cav. L'ex premier già gliel'aveva giurata quando lui gli aveva dato per certa la vittoria alle Politiche 2006. Ma oggi Pisanu è dato ormai per acquisito a Gianfranco Fini, cioè al peggior nemico immaginabile per Berlusconi.  Ma ci sono altri auto-licenziati dal Pdl. Vedi Giulio Tremonti, che è sempre stato vissuto dagli azzurri come un prestito della Lega. E dopo essere stato espulso dalla corte di Re Silvio con l'accusa di averlo fatto cadere lui il IV governo Berlusconi, si è messo a tessere la tela di un qualcosa di politico che potrebbe vedere la luce a settembre. Anche Giorgio Stracquadanio è già con un piede fuori dal Pdl per arruolarsi nella “Sedizione liberale”, la falange ultra laica che Oscar Giannino ha battezzato a Firenze con Marco Taradash. E che punta a fare proseliti tra i malpancisti del Pdl. Tipo Paolo Amato, il senatore in rotta con Verdini e con il presidente del Senato Schifani, che lo ha rimosso dalla commissione di Vigilanza Rai per insubordinazione. Anche il pasdaran Guido Crosetto è dato in avvicinamento alla Sedizione. Ma il Cav farà di tutto per tenersi il gigante buono del Pdl, così come la pasionaria modenese Isabella Bertolini.  Con l'abbassarsi dell'età, si passa alla categoria degli esodandi: quelli che rischiano di essere trombati dal Parlamento pur essendo ancora lontani dall'andro(meno)pausa. Gli ex scajoliani, per esempio, che pagano lo scotto di aver fatto troppo casino nell'ultimo scorcio di berlusconismo a Palazzo Chigi. Fa eccezione Salvatore Cicu, che in questi mesi si è un po' allontanato dal suo mentore e ha ricucito con Berlusconi.  Tempi grami nel Pdl anche per chi è stato baciato dalla beltà. Nicole Minetti docet. Tutte le nuove onorevoli azzurrine infornate alla Camera nel 2008, sicuramente perché molto brave ma soprattutto perché strafighe, probabilmente saranno sacrificate sull'altare dell'austerity, che in questo nuovo corso berlusconiano ha assunto connotati morali oltre che finanziari. Non è detto che le Giammanco, le Mannucci, le Ceccacci e le Savino non vengano ricandidate. Ma forse non saranno imbarcate su navi ammiraglie, bensì su scialuppe destinate ad arenarsi. Come le liste civetta, che non sono ancora state uccise del tutto nella war room di palazzo Grazioli. Tutto dipenderà dalla riforma elettorale. Tra le beauty-girls c'è anche chi è in bilico perché in odore d'intelligenza col nemico. Vedi Nunzia De Girolamo, la deputata sospettata di strizzare l'occhio al centrosinistra. È un dettaglio che abbia sposato il deputato del Pd Francesco Boccia, dal quale ha da poco avuto una bambina. O Paola Pelino, la madrina dei confetti di Sulmona, che è stata beccata in flagrante flirt con l'Udc. E questa il Cav se l'è legata al dito.  

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