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Raul Castro vuole imbalsamare Fidel: va a lezione dagli esperti russi

Il presidente cubano in visita al mausoleo di Lenin. I maligni: vuole far fare la stessa fine al Lider Maximo

Giulio Bucchi
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  Non è che l'abbia ammesso, e nemmeno avrebbe potuto visto che il fratellone, nonostante le apparenze, respira ancora. Ma certo la battuta, o il sospetto, viene naturale, così com'è venuta facile al giornalista russo Serghiei Darenko: «Raul Castro ha esaminato a Mosca il lavoro dei laboratori per la mummificazione dei resti di Lenin» ha scritto su twitter,  «forse pensa di sventrare Fidel».  Magari sventrarlo no, anche se si dice che Raul in gioventù non avesse remore a usare perlomeno la rivoltella per togliere di mezzo chi non gli piaceva. Ma aspettare impaziente che la natura, pur con qualche significativo ritardo, faccia il suo corso, quello sì, perché no. In fondo sono sei anni che lo danno per morto, sei anni poi che l'imminente cadavere metterebbe i bastoni tra le ruote a Raul. Una vita infine che Raul vive all'ombra del fratello che non ha mai troppo amato.  Solo una battuta insomma, anche se poi l'Accademia delle scienze di Mosca, dalla quale dipendono i laboratori per l'imbalsamazione di comunisti, ha precisato che «il leader cubano ha voluto visitare solo il Mausoleo di Lenin». Sarà, ma facendo due conti alla raccapricciante conta delle mummie rosse in fondo manca solo lui,  Fidel, il lider maximo. Imbalsamato è Lenin, imbalsamato fu il successore Stalin, anche se poi Chruscev lo fece sparire dalla circolazione. Imbalsamati sono Mao, Ho Chi Minh e Kim Il Sung, questi ultimi due per mano degli stessi “artisti” di Mosca. Imbalsamato fu perfino Mazzini, anche se poi il nostro Paolo Gorini da Lodi fece un pasticcio e la mummia andata a male fu sepolta in tutta fretta.  Per la verità a Mosca non vedono l'ora di seppellire anche Lenin. A venerarlo sono rimasti in tre gatti e per il fenomeno da baraccone che è diventato non val la pena spendere troppo tempo e denaro. Ogni 12 mesi la salma deve essere rimossa e immersa  in un bagno di glicerolo e acetato di potassio. Ogni tre anni gli cambiano il vestito. Per i primi gli hanno messo la divisa militare,  negli ultimi 30  un abito di fresco di lana, che pare amasse anche in vita. Ora si sono rotti, l'abito è ormai frusto e vorrebbero farla finita una volta per tutte. Lo Stato peraltro non tira fuori più un copeco dal 1992 e per mantenere in fresco il salmone, nel senso di cadavere, i responsabili del mausoleo possono contare solo su sovvenzioni private. Il giornalista russo Andrei Kolesnikov suggerisce una soluzione salomonica e cioè che Raul si porti a casa i resti di Lenin, facendo felici in un solo colpo cubani e russi. Chissà però se l'isola può permettersi due mummie tanto illustri. di Carlo Nicolato    

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