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La figlia del Cav ha spinto Ibra al Psg per salvare Pato

Fonti vicine al Milan confermano: la terzogenita di Berlusconi avrebbe suggerito al padre di cedere lo svedese per far rifiorire l'amato brasiliano (che a gennaio convinse a trattenere)

Giulio Bucchi
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Un giorno o l'altro Pato e Barbara Berlusconi dovranno volare a Parigi, perché il loro amore c'entra sempre qualcosa con la capitale francese. Non per il romanticismo o la Torre Eiffel, ma per il calciomercato e i petroldollari degli emiri proprietari del Paris Saint Germain. A gennaio Silvio Berlusconi bloccò la cessione dell'attaccante brasiliano al Psg a giochi ormai già fatti (l'accordo tra club c'era, 35 milioni, e l'ad Adriano Galliani ci rimase molto male) per intercessione della terzogenita, legata al Papero da tenero sentimento. Da quel momento, tutta una serie di strizzatine d'occhio, colpi di gomito, sussurri e battutine sul rendimento di Pato inversamente proporzionale al suo rapporto con la figlia del presidente: sempre più a pezzi fisicamente e sempre più felice fuori dallo spogliatoio, insieme alla Berluschina. Oggi, sostiene Dagospia, ecco un nuovo capitolo della storia. Barbara, consigliera d'amministrazione del Milan, avrebbe fatto di tutto per convincere il Cav a cedere non solo Thiago Silva al Psg, ma pure Zlatan Ibrahimovic. Un affare da 62 milioni (150 secondo il Cav), irrinunciabile. Ma non sarebbe una questione economica né tecnica. Pato e Ibra erano incompatibili, il 23enne brasiliano soffriva la personalità dello svedese (padre padrone dello spogliatoio, più odiato che amato dai compagni) e la strapotenza tecnica che ne faceva l'unico insostituibile nell'attacco rossonero. Ormai il Milan era troppo piccolo per entrambi. Parigi è vicina, ma avere il fidanzato a Milano è tutta un'altra cosa.

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