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Buffon è nero: deve pagare 125mila euro di Imu

La tassa sulla casa si abbatte anche su Gigi: possiee 89 fabbricati e 99 terreni

Lucia Esposito
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Non sono le polemiche sul calcio scommesse. Il portiere della nazionale italiana, Gianluigi Buffon non ha festeggiato la vittoria sull'Inghilterra e si è mostrato nero in volto anche alle interviste tv perché è furioso come molti altri italiani. Lui e la sua famiglia hanno appena dovuto staccare la prima rata di un assegno da 125.808 euro per l'Imu di Mario Monti. E gli viene difficile sorridere. Certo, la maxi stangata fiscale indica che Buffon ha un tetto dove dormire in ogni stagione. Qualcosa anche di più: perché direttamente intestate a lui o alle società controllate insieme ai familiari di origine, il portiere della Juventus e della Nazionale controlla 89 fabbricati e 99 terreni. Qualcosa lui direttamente a Torino e Parma (Imu prevista 13.500 euro), qualcosa altro (a Massa e a Carrara) attraverso una società controllata, la Suolo e Ambiente srl (Imu prevista 12.795,17 euro), ma il grosso attraverso la società immobiliare di famiglia. Si chiamava Buffon & C (poi trasformata in GVG immobiliare) e ha come azionisti tutti in parti uguali Gianluigi, le sorelle Guendalina e Veronica, papà Adriano e la mamma Maria Stella Masocco. È per loro tutti insieme che la cura Monti ha significato quasi 100 mila euro di Imu da pagare. Certo, le proprietà non sono da poco: appartamenti, ville, garage, soffitte per un totale di 79 fabbricati a cui si aggiungono 35 terreni. Ce ne sono in città a Torino, Massa, Carrara e Parma. Ce ne sono in montagna a Limone Piemonte e al mare, sia in Versilia (Forte dei Marmi) che in Sardegna (Arzachena).  Sicuro che buona parte dei guadagni da calciatore Buffon li avesse investiti nel mattone, dividendo con la famiglia di origine la fortuna. Fra l'altro insieme hanno anche costituito una società di gestione di un albergo, l'Hotel Stella della Versilia a Massa. Ma l'Imu rappresenta una bella stangata anche per uno che guadagna molto come il portiere della nazionale. E quei 125 mila euro sono un ottimo motivo per spegnere il sorriso di chiunque. Tanto più che si aggiungono alle continue risorse finanziarie che da un anno a questa parte il calciatore sta iniettando nella Zucchi, società tessile (proprietaria del marchio Bassetti) quotata in piazza Affari e da qualche tempo in crisi di bilancio e di liquidità. Buffon ha messo dentro quasi 3 milioni di euro nel 2011 sottoscrivendo un aumento di capitale che lo ha portato ad essere il primo singolo azionista della quotata (con il 19,61%). Non ha comunicato la sua crescita azionaria alla Consob, e si è preso pure una bella multa da 60 mila euro che il Tar ha confermato il 22 giugno mentre lui era in Ucraina. Nella Zucchi è stato anche consigliere di amministrazione, fino al 14 maggio scorso quando ha rassegnato le sue dimissioni. Scelta lungimirante, perché da lì a 15 giorni Buffon avrebbe potuto trovarsi in conflitto di interessi: la Zucchi ha firmato il 4 giugno scorso un triennale con la Federazione italiana gioco calcio per diventare partner ufficiale della nazionale azzurra, dagli europei fino ai mondiali in Brasile. Ed era già pronto un catalogo di lenzuola, copri piumino, accappatoi azzurri. Meglio evitare polemiche in una società quotata. Anche per questo Buffon ha scelto la trasparenza: lui e la sua famiglia hanno girato lo spot per la Zucchi-Bassetti. Ma quando alla moglie Alena la società ha staccato un assegno da 60 mila euro per quel filmato, è stato segnalato nei «rapporti con parti correlate...». Fosca Bincher

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