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Belpietro sul caso Formigoni:"La sanità è il suo alibi"

Il presidente può andare in barca con chi vuole perché i suoi ospedali sono i più efficienti d'Italia

Andrea Tempestini
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   Io non so se Roberto Formigoni abbia pagato le vacanze ad Antigua o sia stato ospite di un amico imprenditore poi finito nei guai. Neppure sono a conoscenza se contribuisse alle spese dello yacht da cui si tuffava in mare nello specchio d'acqua davanti a Porto Cervo. Non lo so e francamente non me ne importa un fico secco di saperlo. Se dopo quasi vent'anni ai vertici della Regione Lombardia ha fatto le ferie e, forse,  si è lasciato andare accettando di trascorrere qualche settimana di relax a spese d'altri, per quel che mi riguarda sono affari suoi. L'idea che la Procura di Milano dalle grandi inchieste sulla corruzione sia passata ad indagare sulle villeggiature degli uomini politici mi fa ridere. Anzi, piangere, perché dimostra sempre più che nel mirino non c'è il corretto operato dell'amministrazione, ma la condotta privata di chi è chiamato ad amministrare. Una volta si tratta di Berlusconi e delle sue serate con un buon numero di ragazze (a proposito, una delle giovani che si imbarazzò per le feste di Arcore al punto di correre dai pm per tutelare la propria verginità è una signorina che - in base a una sua denuncia recentemente archiviata - andava a letto con 70enne dietro pagamento); un'altra delle ferie del governatore. A me, più che di sapere chi abbia pagato le vacanze di Formigoni, interessa vivere in una Regione dove la sanità funziona, dove il cittadino non ha bisogno di fare lunghe attese per essere curato e gli  ospedali sono efficienti e non sono luoghi in cui, oltre a non venire assistiti, si rischia pure di beccarsi una malattia in più.  La Repubblica, che ogni giorno chiede al presidente della Lombardia l'esibizione delle ricevute fiscali dei suoi soggiorni all'estero, dovrebbe ricordare l'inchiesta pubblicata sul finire del 2011, in cui dava conto dei risultati della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario. Quasi cinquecento quelli segnalati fra l'aprile del 2009 e l'estate del 2011, 329 dei quali portarono alla morte del paziente. E dove si erano verificati quegli errori? Nel maggior numero dei casi in Calabria, ma nella classifica spiccavano in negativo anche Sicilia, Lazio, Puglia e Campania, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria e  Veneto. Secondo la commissione, la Lombardia, nonostante sia una delle Regioni più popolose del Paese,  veniva appena prima della Valle d'Aosta.   Eppure, rispetto al prodotto interno lordo, la Regione guidata da Formigoni spende meno delle altre ed è una delle tre  che non hanno i bilanci in rosso,  a dimostrazione che l'efficienza della sanità non è solo una questione di soldi, ma anche di guida e indirizzo. Probabilmente,  in rapporto agli abitanti, ha anche meno posti letto e una degenza più breve, a riprova che la bontà delle cure non dipende dal numero di ospedali e da quanto tempo il paziente sosta in corsia. Ciò che conta è la qualità e la preparazione del personale medico e infermieristico:  se, ogni anno, 72 mila persone si spostano dalla propria Regione per farsi curare in una struttura della Lombardia i motivi sono evidenti. Eppure, anziché indagare sulle spese, le inefficienze e le clientele delle Regioni che stanno trascinando a fondo il bilancio dello Stato italiano (Enrico Bondi pare abbia individuato decine di miliardi da tagliare, ma già prima di lui l'avevano scritto fior di studiosi come Luca Ricolfi a proposito della sanità del Sud) si finisce per mettere nel mirino Formigoni e  i suoi viaggi. Non importa che i conti della Lombardia siano in ordine e rispettino il pareggio di bilancio, al contrario di quelli di altri governatori, che non solo hanno sforato, ma non sono neppure in grado di rientrare da quelle spese. Sotto tiro ci finisce  il presidente della Regione meglio amministrata. Paradossi italiani, a cui non vorrei che si piegassero le forze politiche del centrodestra. Compresa la Lega, che ieri ha annunciato un ripensamento a proposito di Formigoni, ipotizzando le elezioni anticipate nel 2013. Sull'onda della voglia di voltare pagina, girandola così  rischiano di dare un bel contributo a distruggere anche ciò che funziona. Sono anni che i pm inseguono notizie di reato imprigionando primari e mettendo i sigilli alla sanità lombarda. Finora non hanno cavato un ragno dal buco. Speriamo che adesso, per  inseguire il ragno e le sue vacanze, non demoliscano l'ospedale.    di Maurizio Belpietro

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