L'aeroporto da cento milioni aperto per un passeggero
Chiuso tre volte dal 2007 ora lo vogliono ampliare
Può succedere di essere l'unico passeggero. In tram, in bus, in uno scompartimento del treno. Ma se succede in aereo c'è qualcosa che non va. È il mistero dell'aeroporto di Salerno-Ponte Cagnano «Costa d'Amalfi», che dal 2007 a oggi è stato chiuso per tre volte. E per altrettante ha tentato di rimettersi in piedi. L'ultima impresa dello scalo «a soli dodici chilometri da Salerno», è di due giorni fa, quando sul primo volo diretto a Milano Malpensa era presente un solo passeggero. La colpa sembra sia stata del prezzo eccessivo del biglietto - 180 euro, più salato dell'Altà velocità - ma soprattutto del ritardo della campagna pubblicitaria: i cartelloni per i voli da Salerno per Malpensa sono apparsi solo due giorni prima delle partenze, il materiale per le agenzie di viaggio non è mai arrivato a destinazione, e le sponsorizzazioni da inviare a Milano, Olbia e Catania sono sparite nel nulla. Un altro mistero, visto che la Camera di Commercio di Salerno, in accordo con la Provincia (gestiscono la governance dello scalo dopo l'estromissione del Comune), aveva firmato una convenzione con un'agenzia di comunicazione. Che almeno un cliente l'ha raggiunto. La storia - Sono tanti i misteri che avvolgono l'aeroporto, a cominciare dal fatto che «ufficialmente non c'è un ufficio stampa». Ce lo rivela al telefono un'imbarazzata segretaria che, alla richiesta di parlare con un addetto alla comunicazione spiega: «Di queste cose se ne occupa personalmente il responsabile amministrativo». L'aeroporto nacque nel 1926 come campo di fortuna creato dal Genio aeronautico, ma dal 2007 è adeguato per il traffico civile: quattro banchi check-in, due aree di imbarco, nastri bagagli e sale d'aspetto. I voli iniziano nel 2008 con la compagnia VolaSalerno, che rimane in quota dal 2 agosto 2008 al 18 dicembre dello stesso anno, quando c'è il primo stop dell'aeroporto. Il 27 luglio 2009 l'avventura riparte con la compagnia Air Dolomiti, che però termina i voli il 7 maggio 2010. Secondo stop. È poi il turno dell'Alitalia, che arriva con un carico di speranze l'1 dicembre 2010 e vola via il 23 marzo 2012. Siamo al terzo blocco. Fino a mercoledì scorso, quando finalmente si è aperta la nuova era con le compagnie Skybridge AirOps, Air Dolomiti, Danube Wings. Primo volo per inaugurare la stagione estiva, e primo flop. Qualche cifra - Non servono tante parole, in questi casi parlano i numeri. Da quando esiste il Costa d'Amalfi è stato aperto - mediamente - tre mesi l'anno, per una spesa di tre milioni e mezzo di euro annui. In tutto è costato 100 milioni di euro. Nel 2011 ha accolto meno di 25mila passeggeri, nonostante ciò ha circa sessanta dipendenti e una pista di un chilometro e seicento metri. L'ultimo dato non è solo tecnico, è sostanziale, perché a causa della dimensione possono atterrare al massimo aerei da cento passeggeri, quindi non gli Airbus, per i quali ne servirebbe una da due chilometri e cento. Per questo il nuovo presidente del consorzio aeroportuale, il dimissionario assessore provinciale Antonio Fasolino, ha spiegato che «o si allunga la pista o si chiude». Per fare i lavori, però, servono altri 50 milioni di euro. Una follia? Bisognerebbe chiedere al neoministro alle Infrastrutture Corrado Passera, che a inizio giugno ha avuto un incontro con i giornalisti proprio davanti allo scalo chiuso. Lui, avendo a disposizione un volo di Stato, è partito senza problemi. «L'aeroporto di Pontecagnano va valorizzato e va integrato a quello di Capodichino - ha detto prima di imbarcarsi - Ho fiducia che questo scalo decollerà e avrà un ruolo importante in una visione integrata campana, legata anche allo sviluppo di Napoli». Sindaco furioso - Ottimismo che non riesce a condividere il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che i salernitani amano più di Babbo Natale. Pochi giorni fa sulla sua pagina Facebook ha scritto: «L'aeroporto di Salerno è una delle esperienze più demenziali d'Italia. Da anni dico che si poteva fare un bando per affidarlo a un privato: si sono persi quattro anni e decine di milioni di euro solo per fare clientela. E ora pare che la Provincia voglia avviare una ricapitalizzazione per l'aeroporto». De Luca consiglia di «usare quei soldi per compensare i due milioni sottratti al Cstp» (l'azienda dei trasporti pubblici, ndr). Meglio restare coi piedi per terra.