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Adinolfi smutandato davanti a Fini:si presenta e gli cadono i pantaloni

Alla Camera solo da pochi giorni ha già combinato parecchi incidenti

Alvise Losi
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  Sono passati solo pochi giorni dal suo insediamento a Montecitorio come deputato Pd e Mario Adinolfi si è già fatto notare dai 629 colleghi deputati. Il primo blogger italiano arrivato in Parlamento (a rinserrare le fila del Pd dopo la rinuncia al ruolo da parte di Pietro Tidei, eletto sindaco di Civitavecchia). Ingresso in punta di piedi - Mercoledì 20 giugno, mentre era in Transatlantico, Adinolfi è andato a presentarsi al presidente della Camera Gianfranco Fini. Ma un incidente ha rovinato il gesto di cortesia, come riporta su Twitter il cronista parlamentare di Libero Salvatore Dama: "'Presidente, la volevo salutare', e il neodeputato Adinolfi si perde i pantaloni davanti a Fini e resta in mutande in Transatlantico". E' un attimo. Adinolfi, imbarazzato, si tira su i pantaloni. Fini, stupito, ha commentato con una battuta per sdrammatizzare, mentre Rosy Bindi, vicepresidente della Camera, ha dato una pacca sulle spalle del collega del Pd. E lo stesso Adinolfi ha poi spiegato che "mi si è rotta la cinta e mi sono caduti i pantaloni: Fini mi ha consigliato di usare le bretelle". Un inciampo che si ricollega alla sua domanda di alcuni giorni fa. Prima di prendere posto sui seggi di Montecitorio, il blogger aveva chiesto una deroga al codice di abbigliamento parlamentare. Ma i custodi delle rigide regole dei palazzi del potere romani non gli hanno concesso alcun permesso speciale. Forse dopo questo incidente di percorso sarà il presidente Fini in persona a muoversi per aiutare il povero Adinolfi. Magari regalandogli appunto delle bretelle. Gaffe su gaffe - Ma già martedì 19 giugno il neodeputato Pd aveva avuto qualche problema con i rigidi comportamenti da adottare all'interno della Camera dei deputati. Adinolfi si era messo a scattare fotografie con il suo tablet al ministro del Lavoro Elsa Fornero mentre stava facendo la sua relazione sui lavoratori esodati. Subito ripreso dai commessi della Camera, il blogger è tornato al suo posto un po' deluso. Ma prima ancora di prendere possesso del suo seggio Adinolfi aveva fatto parlare di sé perché si era rifiutato di tornare in anticipo da Los Angeles, dove si trovava, perché anticipare la data del ritorno avrebbe fatto lievitare il costo del biglietto aereo.  Promesse bizzarre - Adinolfi, prima di entrare alla Camera, ha promesso di voler perseguire otto obiettivi negli otto mesi in cui sarà parlamentare. Tra gli altri il più curioso è il sesto punto, che deriva dalla passione per il poker del blogger: "Non dimenticherò la mia esperienza di giocatore di poker e chiederò con veemenza la legalizzazione del poker live e l'investimento sul betting exchange: sono gli strumenti migliori per impedire agli italiani di rovinarsi con il gioco d'azzardo dei gratta e vinci, dei superenalotto, delle videoslot dove milioni soprattutto di anziani di ceto prevalentemente medio-basso versano la pensione. Se, per esempio nel poker, fosse legale il live secondo le stesse regole rese legali per l'online, si creerebbero istantaneamente almeno cinquantamila posti di lavoro. Il principio è semplice: skill games contro gioco d'azzardo e quel che è legale on line e non crea lavoro sia legale anche live per creare lavoro".  

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