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Tassa da due euro per i turisti mordi e fuggi

Sono i pendolari delle spiagge che intasano i posti di villeggiatura e non spendono un centesimo

Eliana Giusto
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  Basta spiagge libere. Il presidente di Confturismo e Federalberghi Veneto, Marco Michielli, propone di far pagare un ticket di due euro ai turisti pendolari della riviera veneta. Motivo? «Arrivano con le loro auto intasando le strade e parcheggiano in maniera selvaggia». Secondo Michielli - che associa al turismo “mordi e fuggi” il concetto di «consumo del territorio» - non è giusto che migliaia di bagnanti ogni anno usufruiscano di docce, servizi igienici e bagnini senza sborsare nemmeno un centesimo. «Chiedere due euro mi sembra il minimo» sottolinea. Per mettere in pratica questo piano “anti-scrocconi”, secondo Michielli si potrebbero presidiare gli accessi stradali alle spiagge e verificare se il turista è in possesso della prenotazione dell'albergo. In caso contrario ecco scattare il pagamento della tassa. «Poi possiamo pensare ad eventuali esenzioni» precisa, «ad esempio per i residenti della provincia interessata, basta controllare la carta d'identità». Un'altra ipotesi percorribile, secondo il presidente di Confturismo Veneto è quella di prendere a modello la spiaggia recintata di Grado, dove entra soltanto chi paga. La proposta di Michielli ha inevitabilmente sollevato un polverone. Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, si è subito detto contrario, «perché sul valore del demanio pubblico non si transige». Zaia, che ha comunque sottolineato di capire «la ratio della proposta», ha piuttosto avanzato un altro tipo di iniziativa per salvaguardare il territorio dagli effetti del turismo di massa, suggerendo di programmare l'afflusso dei visitatori sul litorale veneto tramite l'uso della tecnologia. «L'accesso alle città e alle spiagge» ha concluso Zaia «deve essere per tutti, ricchi e poveri».   

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