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Scrive ai vigili: "Toglietemi le multe, non ho tempo per rinnovare il pass"

Il ricorso contro le contravvenzioni prese a Roma presentato su carta intestata del Senato

Andrea Tempestini
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"Io sottoscritto Sen. Maurizio Gasparri, Presidente del Gruppo Parlamentare ‘Il Popolo della Libertà' presso il Senato della Repubblica...”. Inizia così la lettera scritta dall'onorevole azzurro, datata 22 marzo 2012, e spedita all'Ufficio Contravvezioni del Comune di Roma. Al centro della missiva una Mercedes Classe A intestata ad Amina Fiorillo, la moeglie del senatore. La famiglia Gasparri abita nel centro storico della capitale, e ha preso diverse multe poiché hanno scordato di rinnovare il pass per la zona a traffico limitato. E così Gasparri ha preso carta e penna per chiedere l'archiviazione dei verbali e per far valere il suo diritto di residente autorizzato. Il punto è che il senatore non ha voluto agire come cittadino qualsiasi ma ha scritto ai vigili su carta intestata di Palazzo Madama, precisando che "l'autovettura oggetto della contravvenzione era temporaneamente sprovvista dell'autorizzazione al transito, che non mi è stato possibile rinnovare tempestivamente a causa di continui e ripetuti impegni in diverse parti d'ITalia correlati al mio mandato istituzionale".  La difesa del Senatore - Interpellato telefonicamente dal Fatto Quotidiano, Gasparri si è difeso e spiega come è andata la vicenda: "Sono residente in centro storico, la macchina è di mia moglie, io a volte la uso a volte no: il permesso era scaduto, mi sono arrivate le multe, adesso aspetto di capire quanto e come bisogna pagare. I residenti hanno un permesso che viene rinnovato con scadenze anomale, tipo ogni tre anni, quindi non è come l'assicurazione, o il bollo… quando scade non c'è neanche un avviso al titolare. Mia moglie non l'ha rinnovato, può capitare, e quindi, in attesa di pagare...", Gasparri decide di fare ricorso. Finisce però nel mirino per aver utilizzato la carta intestata del Senato: "Non è questo il problema, quello che mi chiederanno di pagare pagherò , quella lettera non è tesa a procacciarsi un ingiusto vantaggio: se uno voleva fare una cosa non regolare non è che si metteva a fare una lettera, giusto no? Io sono quello che sono, mica mi devo vergognare di quello che sono né devo chiedere un privilegio per la mia posizione. Sono un senatore, uso la carta intestata, che devo fa'? Non credo che per questo faranno valutazioni di alcuna natura, guardi… la procedura è assolutamente corretta, la risposta potrà essere negativa, ci atterremo a quello che sarà”.

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