Grilli come Tremonti: "Niente soldi"E il Governo si sfalda sugli esodati
Il viceministro dell'Economia assediato dai colleghi Passera e Fornero
Dopo la grande rissa di giovedì il governo doveva mandare un segnale di unità, farsi vedere compatto. E rispondere alle accuse di chi lo descrive fermo, immobile, incapace di rispondere alle esigenze del Paese. Così Mario Monti, ieri, ha voluto spendere i suoi ministri su un tema che unisce come quello della ricostruzione post-terremoto e lì, davanti alla stampa, difendersi: «Il governo è pienamente impegnato con tutti gli strumenti disponibili». Davanti ai giornalisti, a fianco del premier a Palazzo Chigi, si sono presentati tutti insieme i principali protagonisti degli scontri dei giorni scorsi: il sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà, i ministri, dell'Interno Annamaria Cancellieri, della Difesa Gianpaolo Di Paola, dello Sviluppo economico Corrado Passera. «Un governo non può né scongiurare i terremoti, né prevedere il momento in cui si manifestano. Ma noi, come governo, vogliamo incoraggiarvi a non vedere le cose in modo ancora più grave e preoccupato di come già le vedete», ha cercato di tranquillizzare il Professore. Ha ritrovato la parola anche Passera, che mette l'accento sulla necessità di far ripartire l'economia in Emilia Romagna: «Parliamo di centinaia aziende, migliaia di lavoratori, distretti importanti...». Il ministro, pure lui, rassicura: «C'è molta attenzione a questo problema». Nemmeno un accenno al dl Sviluppo, rimandato a chissà quando. Nonostante le rassicurazioni di Pietro Giarda, infatti, ieri non se n'è proprio parlato. «Quando si tratta di cifre, lo scontro è inevitabile», minimizza il sottosegretario Gianfranco Polillo. Al Tesoro Vittorio Grilli, messo sotto torchio dal titolare dello Sviluppo e da quello del Welfare per la questione esodati, cerca di far spuntare qualche risorsa. Ma non le trova. «Bisogna aumentare il gettito fiscale», confessa ai suoi. Intanto ha fatto diramare una nota per confermare «il 18 giugno la scadenza del pagamento della prima rata Imu». Nessuna marcia indietro. Mancava a Palazzo Chigi Paola Severino. La giustizia, però, rappresenta l'altro fronte caldo. Lo scontro era stato tra Catricalà e la Guardasigilli ed ha vinto - dopo un lungo incontro chiarificatore col premier giovedì - la seconda. Il governo ha deciso di mettere la fiducia sulle norme anticorruzione, accompagnando questa decisione da una dichiarazione ultimativa: «Se mancherà la fiducia, il governo andrà a casa», ha detto Severino al Consiglio dei ministri europei della Giustizia. «Se non ci saranno passi in avanti, il governo dovrà chiedere la fiducia sul testo uscito dalla Commissione congiunta Giustizia e Affari Costituzionali della Camera». Il testo non piace a nessuno, soprattutto al Pdl. Ma non è ancora il momento di staccare la spina e, quindi, controvoglia i voti arriveranno. di Paolo Emilio Russo