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Severino: "Corruzione, senza fiducia andiamo a casa"

Andrea Tempestini
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L'ultimo capitolo del governo Monti - immobile a causa delle liti interne, dei veti dei partiti e per il fantomatico abbandono dei "poteri forti" lamentato dal permier - potrebbe consumarsi sul ddl anti-corruzione. L'esecutivo porrà la fiducia sul testo e "se mancherà la fiducia il governo andrà a casa". Lo ha dichiarato il Guardasigilli, Paola Severino, a margine del Consiglio dei ministri europei della Giustizia a Lussemburgo. "Ma sono serena" - Un ultimatum, quello della Severino, o un assist per tutti i franchi tiratori delle diverse formazioni politiche che di questo esecutivo tutto tasse non ne possono più. "Se non ci saranno passi in avanti - ha aggiunto il ministro -, e se non ci sarà alcuna iniziativa da parte dei partiti per sbloccare la situazione, il governo dovrà chiedere la fiducia sul testo uscito, con ampi consensi, dalla Commissione conginuta Giustizia e Affari Costituzionali della Camera". Il ministro della Giustizia si è poi detta "assolutamente serena, perché credo che il provvedimento sia importante, corretto e condivisibile". Quindi la chiosa, giusto per ribadire il concetto: "Se il Parlamento lo condividerà ci darà la fiducia, e se non ci darà fiducia torneremo a casa, e sono serena anche su questo secondo caso". Gli scontri interni - Le frasi della Severino arrivano come ciliegina sulla torta di una delle settimane più difficili per il governo, con Monti che piange e lamenta la perdita dell'appoggio dei "poteri forti" e con lo scontro ad alto voltaggio in Consiglio dei ministri tra il ministro dello Sviluppo Corrado Passera e il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, che si sono scornati sul piano per lo sviluppo (inattuabile, mancano 300 milioni). Quindi altre liti, sempre tra Grilli ed Elsa Fornero: l'accusa del ministro del Lavoro è quella di essere in ritardo nel reperire le risorse per tagliare i costi degli esodati. Inoltre, sul tavolo del governo, restano due grandi nodi da sciogliere: le nomine Rai e quelle all'Agcom. Tempi bui, insomma, per Monti e la combriccola dei tecnici. Le reazioni di Pdl e Pd - L'aut auto posto dal Guardasigilli ha subito ottenuto una risposta da parte dei due principali partiti. Il Pdl, per bocca di Enrico Costa, capogruppo in Commissione Giusitiza alla Camera ha spiegato che voterà la fiducia anche se "è una scelta che soffoca il dibattito. Avremmo potuto ancora fare le nostre argomentazioni. La fiducia - ha concluso - non credo che sia la scelta migliore per il dibattito e il dialogo: il Parlamento è la sede del confronto". Duro il commento del Partito Democratico, che accorderà la fiducia a patto che "sia sul testo uscito dalle commissioni". Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia alla Camera, ha sottolineato: "Quel testo sarebbe ancora migliorabile. In ogni caso, il nostro consenso sarà sul testo delle commissioni e non accetteremmo alcun intervento sui processi in corso".

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