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Lombardia, bocciata la mozione di sfiducia a Formigoni

Andrea Tempestini
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E' stata bocciata dal Consiglio Regionale della Lombardia la mozione di sfiducia nei confronti del presidente, Roberto Formigoni: 49 i no, 28 i sì. Decisivo il voto della Lega Nord, che ha votato contro; a favore del documento si sono espressi Pd, Sel, Idv e Udc. Formigoni è finito nell'occhio del ciclone per la vicenda delle vacanze che gli sarebbero state pagate dal faccendiere Pierangelo Daccò, persona vicina agli ambienti di Comunione e Liberazione. La votazione è avvenuta con voto palese, e quando è stato proclamato il risultato, dai banchi della maggioranza di Pdl e Lega e da quelli della giunta è scattato un lungo applauso. La difesa del governatore - Prima del voto Formigoni aveva spiegato di non voler lasciare perché "quello che ci viene contestato non corrisponde a verità". Nel corso della discussione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti ha aggiunto: "Ci sono state inchieste su giornali e televisioni, tonnellate di articoli che avrebbero abbattuto tonnellate di bufali, ma ho resistito perché quello che ci viene contestato non corrisponde a verità". All'estero, ha ricordato Formigoni, altri politici si erano dimessi "perché avevano riconosciuto giuste le contestazioni che gli erano state rivolte". E ancora: "Nessun atto illegale è stato compiuto in Regione Lombardia".

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