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Terremoto, con 100 o 200 euro l'annopuoi mettere in sicurezza la tua casa

In Italia su dieci edifici, sette sono a rischio crollo. I consigli di un esperto per prevenire i rischi

Lucia Esposito
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Basterebbe pochissimo. Cento o duecento euro l'anno per mettere al sicuro la propria casa. E in un Paese dall'elevato rischio sismico, con i geologi e gli esperti che mandano segnali poco rassicuranti, sarebbe un investimento da fare. Nel corso di un'audizione alla Camera, Paolo Clemente che è responsabile laboratorio rischi sismici dell'Enea, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha detto che sette edifici su dieci in Italia, sono a rischio crollo in caso si sisma. Clemente spiega in Italia la maggior parte delle case è stata costruita senza tener conto della normativa anti-sismica. In un'intervista al Sole 24 ore Clemente spiega che per capire se la propria casa rientra nella percentuale che non è a rischio bisogna guardare il progetto di costruzione dell'edificio. Impresa non semplice perché molti palazzi risalgono a svariati anni fa ma, in assenza di tale progetto bisognerebbe far fare delle valutazioni a un esperto. " La proposta Spannometricamente diciamo che per un condominio di 3-4 piani lo studio da parte di un ingegnere può costare fra i 50 e i 100mila euro in assenza di progetto e qualcosa in meno se l'esperto ha già in mano un progetto, quindi un'indicazione di partenza da cui far partire le analisi. Clemente annuncia l'intenzione di un progetto di legge da presentare in Parlamento che preved da parte dei proprietari la sottoscrizione di un'assicurazione obbligatoria sui fabbricati contro il terremoto. "Una parte dei soldi ricavati andrebbe a finanziare i danni relativi a terremoti già avvenuti - spiega Clemente al So.le 24 ore. - Una metà andrebbe invece a prevenire nuovi danni andando a finanziare un apposito fondo per la messa in sicurezza degli edifici che oggi non lo sono. Il premio assicurativo per ogni singola unità immobiliare oscillerebbe tra i 100 e i 200 euro l'anno. Il costo sarebbe proporzionale alla pericolosità sismica della zona in cui si trova l'edificio. "Ma pagherebbero ovviamente di più i proprietari degli edifici che oggi non sono a norma. In questo modo si potrebbero ricavare circa 4-5 miliardi l'anno che consentirebbe di aiutare le popolazioni terremotate e salvare le case oggi a rischi

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