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Gli sciacalli tedeschi ai turisti: "Emilia distrutta, non andateci"

Angela Merkel

L'emergenza fa crollare le prenotazioni per le vacanze in Romagna e Veneto. Gli albergatori: "La stampa straniera fa cattiva informazione, basta foto di morte"

Giulio Bucchi
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  Il terremoto, con le tremende immagini televisive di morte e devastazione di questi giorni, non aiuta certo il turismo. All'estero c'è perfino chi, male informato, pensa che sia crollato tutto, compresi gli alberghi sulla costa adriatica. E allora addio vacanze in Italia, con inevitabili ripercussioni su un settore già alle prese con la crisi. C'è poi chi, temendo nuove scosse, ha paura anche soltanto a passare le Alpi. I primi dati parlano di un 10% di prenotazioni in meno. «Da una settimana» dice Luca Cevoli, direttore dell'associazione albergatori di Riccione «riceviamo molte telefonate da parte di turisti stranieri che ci domandano se i nostri hotel esistono ancora. Hanno visto le conseguenze del terremoto in televisione e disdicono le prenotazioni. Sono soprattutto tedeschi, austriaci, inglesi, francesi, belgi e canadesi amanti della bicicletta. La domanda più ricorrente di chi ancora non ha cancellato il soggiorno è se le strade sono percorribili o se ci sono crepe».  E allora gli albergatori della riviera romagnola ce la mettono tutta per rassicurare la clientela, e garantire che gli hotel e le infrastrutture non hanno riportato alcun danno. Il nemico più difficile da combattere è la cattiva informazione, o meglio, secondo il presidente della Federalberghi Emilia Romagna, Alessandro Giorgetti, la «disinformazione».  «Pochi giorni fa» racconta «la televisione svizzero-tedesca ha sconsigliato di andare in vacanza nel raggio di 150 chilometri dall'epicentro del terremoto. Questo per colpa di uno scienziato italiano che su un quotidiano, non si capisce sulla base di quali dati, ha detto che l'area potrebbe essere soggetta a nuove forti scosse». Ma i casi di disinformazione non si fermano qui. Giorgetti dice di aver ricevuto una telefonata di un turista bavarese che stava per annullare la prenotazione dell'albergo dopo aver appreso da un'emittente tedesca che gli aeroporti emiliani erano andati distrutti. D'altra parte, è noto come la disinformazione tedesca riguardo all'Italia sia particolarmente attiva fin dai tempi della copertina di Der Spiegel con la pistola nel piatto di spaghetti.  Nemmeno i falsi allarmi sui social network aiutano il turismo. Nelle ultime ore su Twitter fantomatici esperti hanno lanciato appelli a non trascorrere il fine settimana sulle spiagge di Rimini e Riccione, perché domani e domenica sarebbero previste altre forti scosse. La psicosi del terremoto è forte anche tra i turisti italiani. «Finora le disdette sono attorno al 4-5 per cento» dice Giorgetti, ma il trend, purtroppo, sembra in crescita.  Se gli albergatori romagnoli si preparano ad una delle estati più difficili di sempre, non va molto meglio in Veneto. Anche sul litorale veneziano e sul Garda - che per il 90 per cento vivono di turismo estero - la psicosi sta dilagando. «I tedeschi» dice Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto «conoscono i terremoti soltanto grazie ai film catastrofici americani, e le immagini che in questi giorni stanno trasmettendo le televisioni li ricalcano a pieno». Per salvare il salvabile di questa stagione estiva, l'Agenzia nazionale del turismo sta varando una campagna straordinaria di comunicazione all'estero. In ogni caso le perdite saranno decisamente inferiori rispetto a quelle dei 28 comuni colpiti dal terremoto, per i quali le prime stime parlano di 5 miliardi di danni, in una zona che da sola contribuisce all'uno per cento del Pil nazionale.  di Alessandro Gonzato  

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