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Anticorruzione, governo battuto alla Camera

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Approvato l'emendamento presentato dal Pd e appoggiato dall'Idv. Riguarda i dipendenti pubblici che non restituiscono i compensi indebiti

Lucia Esposito
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   Incassa due fiducie in mattinata e il sì definitivo del Senato sulla riforma del mercato del lavoro, ma il governo va sotto alla Camera, per quattro voti, sul ddl anticorruzione. Il casò scatta per un emendamento in origine targato Pd, poi ritirato ma fatto proprio dall'Idv. E, alla fine, approvato. Di che si tratta? Dell'ok alla norma che prevede che "l'omissione del versamento del compenso da parte del dipendente pubblico indebito percettore costituisce ipotesi di resonsabilità erariale soggetta alla giurisdizione della Corte dei Conti".   Al di là del merito, a tenere banco è la questione dell'atteggiamento della strana maggioranzà di fronte ai provvedimenti del governo Monti (hanno votato a favore dell'emendamento Pd, Idv e Lega), tanto che si parla di un rinvio del testo, oltre a quello scontato alla settimana prossima per il voto finale.    Infatti Pier Ferdinando Casini dopo l'incidente d'Aula prende la parola per ammonire: "Guai se il Parlamento dovesse verificare che non riesce ad affrontare questo tema". "Siccome i 'boatos' della Camera parlano della possibilità di un rinvio, su questo ciascuno si assumerà le sue responsabilità" dice il leader Udc che aggiunge: "Non potremo accettare nessun rinvio, perchè credo sia una sconfitta per tutti".   Pronta la replica di Fabrizio Cicchitto, che rimarca: "Noi siamo impegnati ad approvare il provvedimento. Non alla cieca ovviamente". Se si ritiene che bisogna approvare alla cieca cose che fanno danni e guasti alla P.A., e al rapporto tra cittadini e politica, noi non lo facciamo. Facciamo un lavoro serio che riguarda i diversi articoli". L'applicazione pratica di quel consenso critico che il Pdl aveva più volte annunciato sin dalla fase finale della campagna elettorale amministrativa.   Tornando al merito del provvedimento, disco verde al codice etico per gli statali e all'emendamento Vassallo sulle stazioni appaltanti "in ogni caso tenute a pubblicare nei propri siti istituzionali la struttura proponente, l'oggetto del bando, l'elenco degli operatori invitati a presentare l'offerta, l'aggiudicatario e l'importo di aggiudicazione, i tempi di completamento dell'opera, servizio o fornitura, l'importo delle somme liquidate". Resta invece ancora accantonata la norma del   governo al ddl con la quale si delega l'esecutivo a   disciplinare i casi in cui chi ha ricoperto incarichi elettivi,   come i parlamentari, o chi si è candidato, non possano   ricoprire incarichi di vertice nella P.A., almeno per tre anni.  

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