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Banche e politicigli sciacalli del terremoto

A noi aumentano la benzina, gli istituti di credito non rinunciano alle commissioni sui bonifici e i politici si tengono il doppio stipendio

Lucia Esposito
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Bisogna aiutare i terremotati. Hanno perso tutto. Casa e lavoro. Il sistema produttivo delle zone colpite è in ginocchio e il governo trova subito una soluzione come dire, "montiana" per aiutarli: aumentare le accise sulla benzina di due centesimi e rinviare a settembre, solo per i terremotati, il pagamento di quella miriade di balzelli imposti dal governo. A partire dall'Imu. Insomma, la prima risposta è stata quella di aumentare le tasse. Insomma, il terremoto devono pagarlo tutti gli italiani. Inclusi, alla fine, chi ha perso tutto. Daalle prime misure adottate dal governo si capisce che intende fare tutto tranne mettere mano alla spesa pubblica e agli sprechi. Tra gli sprechi c'è sicuramente il doppio stipendio che molti politici emiliani si portano a casa. Doppio stipendio - La legge 267 del 2000 permette agli eletti di raddoppiare lo stipendio cumulando l'impegno da consigliere comunale o provinciale con quello che di fatto non esercita più. Nel caso di un insegnante passato in politica, per esempio, in Emilia i Comuni pagano non solo il gettone di presenza ma anche lo stipendio da professore anche se il politico in questione non ha mai messo piede in aula. E poi ci sono le banche. Che, neanche davanti a situazioni di emergenza come questa, neanche davanti alla parola solidarietà, rinuncia ad incassare le commissioni sui bonifici dei donatori. Per cui si crea l'incresciosa situazione di persone che, già sotto pressione per la pesante situazione economica, decidono di fare delle donazioni, ma si trovano costretti a dover versare anche l'obolo della commissione alle banche (soprattutto se sono diverse da quelle in cui donatore ha un conto). Ma almeno in situazioni come queste le banche, e non solo non sempre i cittadini, potrebbero mettere da parte i propri interessi. 

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