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Napolitano, Monti e Fornero: figuracce sul terremoto

Gli sfollati d'Emilia chiedono soldi, il Colle dedica loro la sfilata del 2 giugno. Il premier sa solo alzare tasse e benzina, Elsa se la prende con gli imprenditori

Giulio Bucchi
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L'emergenza-terremoto in Emilia Romagna ha svelato una volta di più il valore della politica italiana: inadeguata in momenti così drammatici. Il governo tecnico è in impasse, e per la verità le difficoltà sono iniziate già dopo le prime scosse del 20 maggio, con le contestazioni subite dal premier Mario Monti nel Ferrarese e il salvataggio in corner con la sospensione dei pagamenti dell'Imu e delle altre tasse per gli sfollati. E ora è scivolato anche Giorgio Napolitano, preso in mezzo nelle polemiche per la parata militare del 2 giugno, festa della Repubblica. Festa assai mesta, visto che il 4 giugno sarà lutto nazionale. Accise da Prima Repubblica - Oggi è stato ufficializzato l'ennesimo aumento della benzina di 2 centesimi al litro per recuperare fondi utili alla ricostruzione. Il rialzo si aggiunge alla lista ormai infinita di accise aggiunte per far fronte a emergenze o presunte tali fin dai tempi della guerra in Abissinia. Roba antica, insomma. E da un bocconiano doc, economista illuminato e soprattutto politico "per caso" (ma fino a un certo punto) come Mario Monti tutto ci si poteva attendere tranne che, davanti alla crisi, l'unica ricetta nota sia l'aumento sistematico di tasse e balzelli. Ci salveremo forse dall'innalzamento immediato dell'Iva (ineluttabile comunque nei prossimi mesi), ma la sensazione è che il tanto decantato SuperMario, tecnico dei tecnici, abbia in mano le stesse armi spuntate di Rumor, Moro, Spadolini, Andreotti. Roba da Prima Repubblica, quando già si parla di Terza.  Imprenditori o "padroni" - Dal canto suo, il ministro del Welfare Elsa Fornero è partita lancia in resta all'attacco di Confindustria. Se l'è presa con gli imprenditori emiliani perché pochi giorni dopo il primo terremoto del 20 maggio molti capannoni erano già aperti. Certo, si potrebbe obiettare dicendo che è l'indole dell'Emilia volenterosa, autonoma, orgogliosa. Di gente che non attende l'aiuto dall'alto e che le cose ama (ri)prendersele da solo. Il problema è che le strutture industriali rispettavano le leggi esistenti e che le norme anti-sismiche non erano obbligatorie in una zona a relativamente basso rischio in Emilia. Ma la Fornero, in stile Camusso, se la prende con i "padroni" e non con le leggi e i permessi d'agibilità concessi forse in modo troppo sbrigativo dopo il primo terremoto. Le Procure stanno indagando, nel frattempo resta da ricordare al ministro che non solo le industrie erano tornate al lavoro, ma pure le scuole di alcuni Comuni colpiti dal primo sisma. Pasticcio 2 giugno - La polemica più accesa, però, sul web e nei bar, è quella sulla parata militare del 2 giugno, festa della Repubblica. Evento sentito più dai politici che dalla gente comune, forse. Sicuramente sentito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che infatti l'ha blindato, respingendo la richiesta di annullare la sfilata e risparmiare così alcuni milioni di euro da devolvere ai terremotati. Niente da fare, la replica del Quirinale: quei soldi sono già stati spesi, far saltare la manifestazione non risolverebbe nulla. E questo è vero. Ma se di fronte a migliaia di sfollati che chiedono aiuti economici subito, il capo dello Stato risponde giurando che la sfilata, in una Roma mai così lontana, sarà dedicata alle vittime e ai superstiti, allora sorge un problema di opportunità. E di sensibilità, politica ed umana.      

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