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Preti, politici e giornalisti vogliono arrestare Nuzzi

La Segreteria di Stato: "Iniziativa criminosa". La Binetti (Udc): "Libro anti-costituzionale". Interrogazione parlamentare contro l'inviato di Libero. E la libertà di stampa dov'è finita?

Giulio Bucchi
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    Gianluigi Nuzzi "crimonoso", "anti-costituzionale", da imbavagliare con un'interrogazione in Parlamento. L'onda d'urto scatenata dall'ultimo libro dell'inviato di Libero Sua Santità sul Vaticano ha prodotto, come prevedibile, l'effetto di ritorno contro il giornalista. Trema la Santa Sede, tremano i fedelissimi di Papa Ratzinger che dalle parole del corvo (anzi, dei corvi, almeno una ventina attivissimi in questi giorni anche dopo l'arresto del maggiordomo di Benedetto XVI Paolo Gabriele) appaiono intenti a tramare l'un contro l'altro per accaparrarsi potere, trema certa parte del mondo cattolico, nel giornalismo e in politica, più interessato a difendere il buon nome di facciata dell'istituzione ecclesiastica che a far luce su vizi e condotte discutibili.  Bavaglio cercasi - L'ultima offensiva in ordine di tempo arriva da Paola Binetti, parlamentare dell'Udc, che a La Zanzara su Radio 24 attacca: "L'articolo 15 della nostra Costituzione impone il diritto alla privacy della corrispondenza privata. Non esiste un diritto di cronaca nei fatti privati". Nuzzi ha violato la Costituzione, deve essere punito. Monsignor Giovanni Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana, ha chiesto ai giornalisti "un sussulto etico, il coraggio di una presa di distanza netta dall'iniziativa di un loro collega che non esito a definire criminosa". Prima ancora, il 23 maggio tre deputati di Grande Sud hanno presentato una interrogazione (firmata dal capogruppo Arturo Iannaccone) in cui si chiede al premier Monti "quali iniziative per quanto di competenza intenda intraprendere per far sì che pubblicazioni analoghe non abbiano a ripetersi nel futuro". Tradotto: un bavaglio su misura per impedire che un giornalista possa trovare notizie di interesse pubblico e renderle note. Iannaccone e i suoi parlano di "discutibile iniziativa giornalistica", "improvvida" perché in grado di procurare "ripercussioni di carattere internazionale". E il cardinale tedesco Brandmuller avvertiva a proposito dei documenti fatti trapelare all'esterno: "Non si aiuta il Papa commettendo crimini". Forse, e questo è un messaggio a politici e giornalisti, non si capisce nemmeno la realtà chiudendosi occhi e orecchie.     

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