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Un anno da sindaco di Milano: 150 milioni di nuove tasse

Rivoluzione arancione? No, un disastro: Area C, Expo, clientelismo. E infine la tragicommedia degli edifici sfitti con Macao. Giuliano bocciato su tutta la linea

Giulio Bucchi
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MIlano e l'Area C, Milano e gli imbarazzi sull'Expo, Milano e i concerti estivi all'Arena civica in forse, Milano e le liste di attesa infinite per gli asili pubblici. Basterebbe questo a demolire il primo anno a Palazzo Marino di Giuliano Pisapia, il primo cittadino "della liberazione", della "rivoluzione arancione" e via slogan girotondini a go-go. Eppure c'è dell'altro, e di peggio: l'infornata di assunzioni di amici, la presenza di ex terroristi nello staff, la disastrosa gestione degli edifici sfitti (buon ultima, la tragicomica vicenda di Macao che ha lasciato la Torre Galfa e si è presa un pezzo di via Brera), l'aumento dei biglietti dei mezzi pubblici e un salasso complessivo di 150 milioni di nuove imposte.    Lo speciale su un anno di Pisapia a Milano su LiberoMilano in edicola oggi, domenica 20 maggio

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