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Il relitto della Costa, via tra un annoCosto: 300 milioni

La compagnia di navigazione lancia l'sos: lo scafo rischia di inabissarsi. E il governo apre i lavori. Costeranno 300 milioni

Lucia Esposito
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  La Costa Concordia la guardi coricata sul fianco destro, appena davanti all'Isola del Giglio, e fa quasi tenerezza. Maestosa e ferita, addormentata in un sonno profondo. Innocua. Immobile. No, errore, la Costa Concordia si muove. Si deforma. Si sposta e piano piano sprofonderà e finalmente abbiamo capito che è il caso di sbrigarsi e fare qualcosa, non continuare a polemizzare, a farci domande senza darci risposte, a fregarcene e - impigriti e paraculi - a scaricare responsabilità. Diventando, così, tutti dei piccoli Schettino. Già, lo ricordate? Era il cinematografico comandante, quello della manovra azzardata, dell'inchino, delle bugie e della fuga su una scialuppa  mentre da terra gli intimavano «Salga a bordo, cazzo». Lui no, se ne stava al sicuro, guardava da lontano e non prendeva responsabilità. Rimandava ogni decisione proprio come ha fatto il Governo in questi mesi. Ma ora, per fortuna, si passa all'azione: la prossima settimana inizieranno le operazioni per la rimozione della Concordia. Allarme Costa L'allarme che ha dato una scossa alla questione lo ha lanciato proprio la Costa Crociere in una relazione ambientale. «L'integrità strutturale del relitto è minacciata. Lo scafo coricato si sta progressivamente deformando e probabilmente entro un anno il rischio è che si inabissi per sempre». Le 148 pagine dello studio, preparato il 7 maggio scorso, delineavano i futuri scenari ipotizzando - in caso di mancato intervento - pericoli preoccupanti (secondo qualcuno fin troppo allarmistici). Tradotto, da quel 13 gennaio sono passati quattro mesi, forse un po' troppi per organizzare un serio progetto di recupero. Così Corrado Clini, ministro dell'Ambiente, ieri ha annunciato il via ai lavori. «La rimozione della nave avverrà con la massima attenzione per la tutela dell'ambiente dell'Isola del Giglio e del suo mare. Il progetto della Costa Crociere ha recepito in pieno le indicazioni del ministero dell'Ambiente su procedure e interventi a salvaguardia dell'ecosistema». Sfida ciclopica Già, ma come avverrà il salvataggio della Concordia? E quanto costerà? La spesa sarà alta e supererà, probabilmente, i 300 milioni di dollari preventivati (che saranno a carico della compagnia). La Costa Crociere per le operazioni di recupero ha scelto il consorzio Titan-Micoperi «perché - ha spiegato il direttore generale Gianni Onorato - il progetto risponde a tutti i requisiti chiesti. Nave intera, minimo rischio, massima sicurezza, garanzia per l'ambiente, salvaguardia delle attività turistico economiche dell'isola del Giglio. La Concordia, una volta spostata dal Giglio, verrà demolita in un porto italiano. Certo è una sfida ciclopica, un'impresa mai fatta al mondo che però siamo sicuri di poter realizzare». La nave potrebbe essere in grado di stare a galla prima del prossimo febbraio, data ritenuta plausibile dal progetto di rimozione: verrà sollevata con una serie di enormi martinetti idraulici e verrà fatta galleggiare grazie all'aiuto di cassoni in acciaio saldati su una fiancata e fissati con altri metodi sull'altra. Le operazioni propedeutiche alla rimozione inizieranno già entro una settimana e il tempo totale stimato per raggiungere l'obiettivo è di 12 mesi: entro la fine di agosto la Concordia sarà messa in sicurezza per evitare che possa scivolare sul fondo. I lavori nel periodo estivo  però non preoccupano gli abitanti dell'isola del Giglio. Il sindaco, Sergio Ortelli, è fiducioso.  Turismo salvo «Il progetto per la rimozione è quello che dà più garanzie, sia sotto il profilo dell'impatto ambientale che  quello del rispetto delle attività commerciali. Risponde alle nostre attese e aspettative - ha spiegato il primo cittadino - Non esiste alcun pericolo di inabissamento, è più un appello che un allarme reale, il rischio  è stato tirato in ballo più per fare presto, un'esortazione a far partire al più presto i lavori di rimozione. Il turismo? È stato già messo alla prova a Pasqua, con buoni risultati. La nave sta davanti a Giglio porto, ma c'è il resto dell'isola, un 95%, che è rimasta intatta». di Alessandro Dell'Orto  

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