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Se ci cacciano dall'Eurol'Italia ci guadagna

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Se il nostro Paese cambia moneta è la fine dell'export tedesco e inonderemo il mondo con i nostri prodotti

Nicoletta Orlandi Posti
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«Nessuno può dire se Atene uscirà dall'euro. Potrebbe uscire e  fare default, ma in quel caso non mangerà i soldi a noi, ma all'Fmi e alla Bce perché i privati hanno già pagato caro», diceva pochi giorni fa Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum. C'è un'Italia che non se la fa addosso e che invece vede positivo. Lo stesso Doris ribadiva di  non curarsi dei giudizi di Moody's: «Io finanzio i miei concorrenti, presto soldi alle famiglie e compro titoli di Stato italiani». Sentendo queste parole viene da porsi una domanda: ma non è che tutto questo allarmismo poi alla fine si concluderà in niente? Se chi ha i soldi - parliamo di miliardi - punta sull'Italia in questo momento di autentica bufera, forse c'è da stare tranquilli?  Beh, la crisi è comunque seria, perché la speculazione scommette molto sull'incapacità dei politici europei nel trovare una soluzione per proteggere l'euro una volta per tutte. Ma la sensazione, almeno fra i big spender italiani, è che alla fine qualcosa succederà: perché questo accanimento finanziario non può durare per sempre. Primo perché ci vogliono soldi anche per comprare al ribasso, e non sono infiniti. Secondo, la Bce non ha ancora usato la potenza di fuoco di cui sarebbe in grado di disporre: i finanziamenti a tre anni che hanno fatto respirare le banche sono niente in confronto a quello che la Fed mette in pratica da quattro anni a questa parte. Certo, bisogna convincere Angela Merkel nell'accelerare gli Stati Uniti d'Europa, eurobond compresi. Lei tiene duro ma è inevitabile che molli: Obama, il Fondo Monetario Internazionale e Cameron  sono in pressing. Scatenati. Soprattutto gli americani stanno sotto alla Cancelliera: se salta l'euro, saltano le centinaia di miliardi di dollari in derivati che sono in pancia alle banche Usa. Vuol dire default degli Stati Uniti.  E soprattutto un'Italia fuori dall'euro significherebbe la fine dell'export tedesco. Seppur in difficoltà il Belpaese inonderebbe il mondo con i suoi prodotti. Prima di arrivare a questo scenario la Bce ci ricoprirà di liquidità. Non sarebbe il paradiso, ovvio, ma nemmeno l'inferno.  di Giuliano Zulin

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