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Ecco quanto vale un amico su Facebook

Venerdì debutta a Wall Street il social network: avrà una capitalizzazione di 104 miliardi. Ogni iscritto sopravvalutato di 100 volte

Lucia Esposito
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La fuga a Singapore di Eduardo Saverin, socio nonchè (ex) amico di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, sembra quantomai azzeccata. Almeno per quanto riguarda le sue finanze. Di ieri la notizia che la domanda di titoli del popolarissimo social network, pronto al debutto sul mercato newyorkese, ha superato ogni più rosea previsione, alzando così la forchetta  di vendita a 34-38 dollari per azione (in precedenza si parlava di 28-34 dollari), per una valutazione della società che passa da 77-96 miliardi a 93-104 miliardi di dollari. Saverin, dovesse decidere di monetizzare parte del suo 4% circa, non pagherebbe nulla sul capital gain. Zuckerberg, che ha mantenuto la residenza negli Usa, sì, ma non andrebbe certo sul lastrico.  Il geniale Mark, ha fatto ricco l'amico dei tempi dell'università di Harvard con cui ha condiviso i primi passi nella creazione del potente database. Poi, dopo un litigio, ci hanno pensato le aule dei tribunali a dare a Eduardo soddisfazione e una fetta di quella torta appetitosa che debutterà a Wall Street venerdì. Perso un amico, Zuckerberg ha trovato in compenso un tesoro. Anzi, 901 milioni di piccoli tesoretti, tanti quanti sono gli “amici” registrati in Facebook. Dividendo il possibile valore dell'ipo per il numero di utenti, si arriva a 115 dollari a profilo. A tanto, dunque, vale secondo Wall Street ogni iscritto. Se invece al numeratore si utilizza il fatturato della compagnia, nel 2011 pari a 3,7 miliardi di dollari, il «valore reale» di ogni amico scende a poco più di 4 dollari. In ogni caso, grazie a questa ulteriore crescita della forchetta sul prezzo di quotazione, Facebook punta a diventare la compagnia Usa sul web più ricca di ogni tempo, surclassando i 23 miliardi di dollari di valutazione di Google nel 2004. E il suo fondatore, appena 28enne, tra i paperoni di Wall Street, visto che controlla il 57,3% delle azioni con diritto di voto. Ma a questi prezzi ha poi senso comprare? È un po' che si parla di una nuova bolla nel mercato statunitense sui titoli internet. Secondo Steve Wozniak, cofondatore di Apple insieme a Steve Jobs nel lontano 1976, non bisogna aspettare un secondo: «Investirò in Facebook, non importa quale sia il prezzo di partenza», ha detto nel corso di una recente intervista all'agenzia di stampa Bloomberg. Non la pensa allo stesso modo Mitsuo Shimizu di Iwai Cosmo Securities: «Le aspettative sono troppo alte, considerando i fondamentali della società, la valutazione è eccessiva», ha detto. Non sono pochi i dubbi che gli analisti hanno sulla tenuta della compagnia. Ci sono, come ha riportato recentemente l'agenzia Reuters, le preoccupazioni per il rallentamento della crescita, per la valutazione moderata e per i problemi della società a far crescere i ricavi pubblicitari sulla telefonia mobile. Eppure gli investitori istituzionali, secondo Reuters, hanno chiesto più azioni di quelle al momento disponibili. In ogni caso il social network per antonomasia rastrellerà sul mercato circa 12,1 miliardi, vendendo 337,4 milioni di titoli. Evidentemente  Zuckerberg, nel corso del suo “road show” ha convinto i più riottosi. E i venture capitalist che lo hanno sostenuto  ai suoi albori da imprenditore beneficeranno sia di un ritorno di immagine che di un gigantesco risultato finanziario. Così come il suo (ex) amico Saverin, che però si godrà il successo dall'altra parte del globo. di Antonio Spampinato 

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