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La beffa della tassa pagata due volteLo stato deve resituire 1,3 miliardi

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Lucia Esposito
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Ci sono sette milioni di famiglie che ancora aspettano da quattro anni il rimborso dell'Iva ingiustamente pagato per la Tia, la tariffa di igiene ambientale. Si tratta di una tassa su un atassa, perché la Tia altro non è che la versione alternativa e opzionale per i Comuni della Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani. Secondo uno studio Uil Servizio politiche territoriali, c'è il rischio per lo Stato di dover sborsare 1,3 miliardi. La vicenda. come ricostruisce Repubblica, risale al decennio scorso, quando è stato possibile per i Municpi scegliere tra la vecchia Tarsu e la Tia e molti sindaci, 1256 sindaci hanno scelto la strada della tariffa, perché scegliere le tariffe, piuttosto che la tassa, permetteva di scoprporare gli incassi dal Patto di stabilità interno che ingabbia spese e entrate ai fini del controllo delle finane pubblice. Ma scegliendo la tariffa è scattata anche l'Iva al dieci per cento, come qualsiasi altra prestazione sui servizi. Ovviamente, quest'ulteriore mazzata ha scatenato le associazioni dei consumatori che ne hanno chiesto la respituzione dopo che la Corte Coastituzionale e la Corte di Cassazione hanno stabilito che il ricarico dell'imposta era illegittimo. Adesso lo Stato che ha restituito alle imprese 2,2 miliardi di crediti e Iva mentr le famiglia devono ancora aspettare anche perché il Fondio restituzione imposte del ministero del Tesoro è stato intaccato per reperire risorse necessarie alla riforma degli ammortizzatori sociali.  

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