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Monti tassa pure i bambinitre cenesimin in più sulle bibite

Spunta l'ipotesi di tassare le lattine da 33 centilitri: si recuperano 250 milioni l'anno

Lucia Esposito
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  "Un prelievo di scopo sulle bevande zuccherate e gassate, con un aumento di appena tre centesimo di euro per ogni bottiglietta da 33 centilitri, secondo le nostre stime potremmo disporre di 250 milioni di euro su base annua", lo ha detto il ministro della salute Renato Balduzzi alla trasmissione Radio anch'io. Cibi da fast food e bibite gassate non verranno tassate. Nessuna "food tax" dunque ma un prelievo di scopo sulle bevande dolci e con le bollicine è allo studio da parte del ministero della Salute per "lanciare un segnale a tutti i cittadini. Una specie di "tassa sull'aranciatà", dunque? "Si tratta di  semplicemente di un'ipotesi allo studio, aperta alla discussione",   ribadisce il ministro rispondendo ai giornalisti. Un provvedimento che  "non sconvolge il sistema, non crea problemi nè ai produttori nè ai   consumatori", i cui proventi permetterebbero di "rafforzare campagne   di prevenzione e promozione di corretti stili di vita" e di definire   "alcuni interventi mirati in ambito sanitario". Ma soprattutto,   l'intenzione è quella di lanciare "un messaggio alle famiglie che   sottostimano il problema. Le ricerche dimostrano infatti che metà dei  nostri ragazzi consumano troppe bevande zuccherate o gassate durante   la giornata. Non si tratta di non assumerle più - puntualizza   Balduzzi - ma solo di riequilibrare il consumo giornaliero". Nutella e salame salvi  Il panino al salame rimarrà quindi 'tax freè? "Nelle leggende   metropolitane nazionali - risponde il ministro - è uscito anche che  avrei intenzione di tassare Nutella e cotechino. Faccio notare che ci   potrebbero essere anche dei profili problematici, nell'ipotesi in cui   un responsabile pubblico si mettesse in testa di attaccare alcune   delle qualità del nostro Paese. Altro discorso, e abbiamo già   avviato un tavolo con produttori e ministero Agricoltura - ricorda   Balduzzi - è riuscire a fare un accordo con i produttori per   diminuire alcune percentuali nei cibi, per esempio i famosi grassi   saturi. Ma questo è tutto un altro discorso, che non può essere   fatto con la leva fiscale, ma con un accordo mirato".  

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