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Il Prof ci ha tolto pure i soldiper scommesse e gratta&vinci

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Gli italiani non hanno più nemmeno i soldi per giocare alle lotterie

Andrea Tempestini
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  Per la prima volta a memoria d'uomo per due mesi consecutivi a febbraio e marzo la spesa del gioco lecito degli italiani è risultata in calo. Certo il trimestre è in modesta crescita per il traino del mese di gennaio. Ma se il trend verrà confermato a fine anno la spesa del gioco legale potrebbe risultare inferiore a quella del 2011, comunque ben al di sotto di 20 miliardi. Di conseguenza potrebbe calare considerevolmente il gettito fiscale con evidenti problemi per la tenuta dei conti pubblici. La previsione è di Giovanni Carboni dello studio Carboni & Partners, interpellato dall'Agenzia di giochi e scommesse Agicos: «Il giorno bisestile di febbraio nasconde un calo aggiuntivo di altri 3 punti», fa notare Carboni.  La spesa in picchiata - L'analisi dei flussi finanziari è impietosa e allarmante: la spesa del gioco legale è stata pari l'anno scorso 18,4 miliardi di euro. Confrontando i dati ufficiali dei primi tre mesi con quelli del 2011, la spesa del gioco legale degli italiani aumenta complessivamente del 1,5%, ma solo per il traino di gennaio quando c'era stato un aumento del 10,7%. Invece a febbraio c'è stato un calo del 2,6% ed a marzo un calo del 3,1%. La spesa sugli apparecchi da intrattenimento (newslot), aumenta del 12% sul trimestre per l'effetto - riporta l'Agicos - dell'incremento del numero delle Vlt, ma l'aumento è solo del 6,6% a marzo. Anche gli apparecchi, che costituiscono il 50% della spesa del gioco, sono in frenata. Poker e casinò online aumentano del 50% rispetto all'anno scorso, quando c'era solo il poker a torneo, ma rappresentano solo il 3% del totale della spesa del gioco lecito. La spesa totale di tutti gli altri giochi leciti è complessivamente calata del 9,5% nel trimestre 2012 rispetto al 2011.   Riduzione a due cifre - Ma ciò che è grave è che il calo si registra nonostante il successo dei nuovi giochi, le Videolotteries e i giochi del poker e del casinò on line, che solo in piccola parte cannibalizzano i giochi tradizionali. È su questi che si concentra la riduzione. Gratta&Vinci, Superenalotto, Winforlife, Lotto, che rappresentano l'80% dei giochi tradizionali, accusano un tasso di riduzione a due cifre. Scenari nerissimi - E per il futuro le previsioni sono, se possibile, anche peggiori: «La flessione, non lieve, della domanda di giochi tradizionali, che riguarda le categorie sociali più deboli», sintetizza il senatore del Pdl e componente della Commissione Antimafia Raffaele Lauro, «costituisce il preludio di un prevedibile crollo generalizzato della domanda di gioco, che si manifesterà, nel prossimo triennio, con pesanti ricadute anche sulle entrate tributarie». Le cause del fenomeno per Lauro, «sono diverse: una presa di coscienza della gente di essere di fronte a vere truffe legalizzate, alimentate da campagne pubblicitarie ingannevoli; il ruolo della stampa e della televisione, che dibattono più apertamente di gioco patologico, dopo anni di silenzio omertoso, condizionato dai ricchi contratti pubblicitari; l'allarme lanciato da alcuni responsabili istituzionali, politici e morali e l'ampliarsi di un disagio sociale diffuso, che ha portato alla devastazione economica di centinaia di miglia di di famiglie. Anche di questo trend, si dovrà tenere conto nella definizione della riforma organica sul comparto del gioco, all'esame del Senato».  

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