La benzina è più cara del 20% ma il Fisco rimane a secco
Cura Monti, crollate le vendite dei carburanti. Ed entro l'anno lo Stato incasserà 3,3 mld di tasse in meno
La pecora va tosata, non uccisa. Una delle massime degli imprenditori italiani diventa l'icona dell'ingordigia fiscale che si ritorce a boomerang. Negli ultimi quattro mesi (più o meno da quando è entrato in carica il governo Monti), i consumi di carburanti in Italia sono diminuiti di 965 milioni di litri. Avrebbero di che esultare gli ambientalisti - riflettendo sulla quantità di emissioni dannose non versate nell'atmo - sfera - un po' meno i signorotti del fisco, consapevoli silenti della batosta che sta per scaricarsi sul gettito. Secondo i conteggi della Federazione gestori impianti stradali (Figisc) i 965 milioni venduti in meno hanno eroso gettito per ben 890 milioni. E non potrà che peggiorare visto che già da mesi chi può è corso all'estero a fare il pieno. Non a caso le Province frontaliere, per arginare l'emoragia, si sono precipitate in questi mesi a ribadire sconti ai residenti di confine. E aumentano le tasse aumenterà anche il traffico dei frontalieri. Stando al confronto Unione petrolifera, aprile 2011 su aprile 2012, la sola componente accise (senza Iva, nel frattempo passata al 21% e che si scarica anche sul prezzo industriale), per la benzina è aumentata del 23% e per il gasolio del 37%. Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, è consapevole che un prolungato stato di erosione del gettito può avere effetti devastanti sulla tenuta dei conti pubblici. E non a caso, qualche giorno addietro, si è dato da fare per assicurare una riduzione delle accise. Gettito che può garantire il tanto agognato pareggio di bilancio nel 2013. Non si tratta solo dei mancati introiti degli ultimi 4 mesi. La tendenza nella breve serie storica è preoccupante. Il governo ha messo a bilancio - nel famoso decreto Salva Italia - maggior gettito annuo per circa 5,8 miliardi. «Andrà già bene se riusciranno ad incassarne 2,5 di miliardi », sottolinea una pubblicazione del sindacato dei benzinai. Sarebbe bastato - a dei tecnici attenti - consultare i dati di vendita degli ultimi anni. Oltre una certa soglia di tassazione la gente comune - che gira con l'utilitaria propria e non con rombanti scorte - non riesce proprio ad andare. Dal2009 al 2011 - quando si ventilava una timida ripresa e non la disastrosa congiuntura economica attuale - i consumi erano già scesi oltre la soglia di allarme preventivo: circa 2 miliardi di litri in meno. Tassaoggi, tassa domani gli italiani hanno chiuso l'auto in garage (o sotto casa), e dal benzinaio ci vanno piangenti forse una volta al mese, magari spulciando su internet la piazzola di servizio no logo più vicina e, soprattutto, più conveniente. La situazione è talmente drammatica - e si riflette a cascata su tutta la filiera produttiva e dei consumi - che anche all'Istat se ne sono accorti. Ieri, anticipando i dati dell'inflazione ad aprile, l'Istituto di statistica ha sentenziato che la fiammata del caro vita è dovuta in gran parte proprio ai rincari dei prezzi energetici. Soltanto ad aprile la benzina è aumentata del 3,1% su base congiunturale e del 20,8% su base annua: incremento tendenziale più alto dal gennaio 1996. Rispetto a marzo l'aumento è del 18,6%. Il prezzo del gasolio segna un rialzo mensile dello 0,9% e annuo del 20,5%, a fronte del +22,5% del mese precedente. E come se non bastasse sono registrati in deciso rialzo anche i prezzi energetici delcomparto regolamentato, con l'energia elettrica che sale del 3,6% su base mensile e del 10,9% su base annua (dall'11,2% di marzo). Insomma, è una tragedia infinita. E senza considerare le variabili future. Nell'aria, da tempo, c'è un aumento dell'Iva ad ottobre, che passerebbe dal 21 al 23%. L'esecutivo vuole cavare un cilindro dal coniglio per evitare l'innalzamento. Ma il gettito certo dell'Iva (ogni aumento di 1 punto percentuale vale circa 4 miliardi) è difficilmente “copribile” con misure strutturali “lunghe” come i tagli alla spesa. E poi c'è l'incognita della Protezione civile. Le calamità verrebbero coperte finanziariamente con un rincaro delle accise sui carburanti di 0,5 centesimi. Salvo poi spedire i volontari a soccorrere benzinai, raffinatori e trasportatori dal fallimento assicurato. Il governo quantifica complessivamente il maggior gettito Iva in 3,28 miliardi nel 2012, in 13,12 nel 2013 e in ben 16,4 miliardi nel 2014. Reperire questi soldi in altro modo non sarà facile. di Antonio Castro