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Tremonti: "Solo tasse e c'è un buco da 20 mld"

Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia del governo Berlusconi

L'ex ministro critico con Monti: "Imu, esodati e tagli ci costano carissimo. Basta con la finanza, ci distrugge e si autodistrugge"

Giulio Bucchi
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Il governo Monti? "Solo rigore di tasse e tariffe, bisognava spostare i prelievi dalle persone alle cose. E la finanza prima distrugge poi autodistrugge. A cambiare le cose non saranno i politici, ma i popoli". A parlare non è un leader del Pd con riferimenti al socialismo di Hollande né un Beppe Grillo più pacato del solito, ma Giulio Tremonti al Corriere della Sera. L'ex ministro dell'Economia del governo Berlusconi, giudicato fin troppo attento al rigore (e messo in crisi proprio per questo dalla sua maggioranza) boccia l'esecutivo dei professori proprio su questo tema. E si lascia andare ad una previsione catastrofica: "Le misure del governo hanno procurato già un buco di 20 miliardi di euro". Che buco - Secondo Tremonti il bilancio di questi mesi è drammatico. Si parte dall'Europa: "I popoli stanno capendo che il loro destino non può dipendere da governanti in leasing o da banchieri centrali che fanno politica. La finanza prima ci distrugge e poi si autodistrugge. Lo ho scritto nel mio libro e ora l'ho letto nel programma del francese Hollande e dei socialisti tedeschi, la finanza è una locusta. Il guaio è che quando sei al G20 sei uno contro 19". Se la situazione internazionale è critica, Monti non ha sfrutta l'occasione offertagli da un'ampia maggioranza parlamentare. "Avevamo lasciato a questo governo una delega previdenziale e assistenziale molto ampia, allargando le basi imponibili, spostando il prelievo dalle persone alle cose, riducendo un welfare generoso anche con i ricchi, si poteva fare una manovra fortemente equilibrata e portare a casa, da novembre, dei risultati molto consistenti". Secondo l'ex ministro si potevano ottenere da queste misure "10-15 miliardi". E invece solo tagli alla spesa: meno 1,5 miliardi alle Regioni, meno 500 milioni ai Comuni. "E adesso ci ritroviamo a metà anno con un fabbisogno che va da 17 a 20 miliardi". Le gaffe del governo - Il dito è puntato contro le gaffe dei ministri. "Intanto bisogna gestire 'errori di attività', come il caso degli esodati. O quello dell'Imu, visto che, in base ai calcoli, i Comuni devono avere di più. E poi ci sono le minori entrate da minor crescita, cui vanno aggiunte le spese per interessi, che non credo scenderanno visto che lo spread è a 400. E infine c'è il 'quadro esigenziale', che va definito da subito sull'anno prossimo, e sono altri 7-8 miliardi tra missioni all'estero, 5 per mille, autotrasporto...". L'aumento dell'Iva e quei 4 miliardi ricavati, dunque, potrebbero non bastare. Anche perché "sulla spending review il governo in sei mesi ha prodotto solo un documento che di numeri contiene solo quello delle pagine. Io sono un parlamentare. Ora abbiamo un governo tecnico, vediamo. Finora ho visto solo tasse, tariffe e niente tagli".

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