Cerca
Cerca
+

Vladimir Putin, la mossa: "Pronto a incontrare Trump, nel 2020 gli hanno rubato le elezioni"

  • a
  • a
  • a

Vladimir Putin si dice "pronto" a incontrare Donald Trump. "Molto probabilmente sarebbe meglio che ci incontrassimo, sulla base delle realtà odierne, per parlare con calma di tutte quelle aree che sono di interesse sia per gli Stati Uniti che per la Russia. Noi siamo pronti. Ma, ripeto, questo dipende innanzitutto, ovviamente, dalle decisioni degli Stati Uniti e della Russia".

Così lo zar durante una visita all'Università Statale di Mosca MGU. E ancora: "La Russia non ha mai rifiutato i contatti con l'amministrazione statunitense. E non è colpa nostra se la precedente amministrazione ha posto fine a questi contatti", ha aggiunto Putin. "Con il presidente attuale degli Usa ho sempre avuto rapporti pragmatici e di fiducia, non posso non concordare che se fosse stato presidente, se nel 2020 non gli avessero rubato le elezioni, forse allora non si sarebbe arrivati alla crisi scoppiata in Ucraina nel 2022", ha concluso il presidente della Federazione russa. Parole pesantissime, insomma. Parole che aprono uno spiraglio per imbastire un tavolo di trattativa per arrivare alla pace in Ucraina.

Il punto è che la guerra in Ucraina deve finire al più presto. Lo stesso Trump da par suo minacciato "tasse, dazi e sanzioni se non verrà raggiunto un accordo". Un'intimidazione che sembra però non andare a segno, anche se le ultimissime parole di Putin dimostrano che c'è più di una possibilità, al netto delle dichiarazioni. A replicare a Trump era stato Dmitrij Peskov, secondo il quale non è "nulla di nuovo", "restiamo pronti al dialogo" purché sia "un dialogo su un piano di parità e nel rispetto reciproco". E anche se lo zar al momento punta a non litigare con il presidente americano, niente è da escludere. 

Specialmente se si considera che Putin avrebbe messo dei paletti. Fiducioso in una vittoria finale in Ucraina, il capo del Cremlino non è disposto a fare concessioni. Stando a fonti di Repubblica, molte sarebbero richieste irricevibili. Innanzitutto vuole nuove presidenziali in Ucraina. Ufficialmente per poter negoziare con un presidente legittimo e Volodymyr Zelensky ai suoi occhi non lo è perché il suo mandato è scaduto il 21 maggio e, in virtù della legge marziale, non ha indetto nuove elezioni.

 

 

Secondo diktat, no all’ingresso di Kiev nella Nato. Ultimo, ma non per importanza, il riconoscimento di quelle che chiama "nuove realtà territoriali". Oltre alla penisola di Crimea, Putin vuole le quattro regioni annesse nel 2022, Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, compresa la parte che non controlla oltre l’attuale linea di contatto, la riva del Dnipro. Insomma, lo zar vorrebbe ridisegnare una "nuova Jalta" in una trattativa alla pari con Trump. Un'indiscrezione confermata dalle parole di Sergej Karaganov, presidente del Consiglio per la politica estera e di difesa, che ha ribadito in un articolo su Profil: "È necessario allontanare l’Europa dalla soluzione dei problemi mondiali. La pace potrà essere stabilita nel subcontinente solo quando la spina dorsale dell’Europa sarà nuovamente spezzata".

Dai blog