Trump ha cambiato tutto: energia, migranti, tasse. Torna la pena di morte per chi uccide i poliziotti
Povera Hillary Clinton, che niente aveva capito nel 2016 e niente continua a capire ora. Così, quando Donald Trump, nel discorso dell’Inaugurazione, ha detto che cambierà nome al Golfo del Messico e al monte Denali, in Alaska, si è messa a ridere. Ma per fare di nuovo grande l’America si passa anche dai simboli, e quindi dal Golfo d’America, dal monte McKinley (come si chiamava prima che lo ribattezzasse Barack Obama) e dalla bandiera a stelle e strisce su Marte; meno dalle guerre che tanto piacevano all’ex Segretaria di Stato. Il 47esimo presidente lo sa. «Promise made, promise kept», promesse fatte, promesse mantenute, è uno degli slogan della campagna elettorale.
Il tycoon aveva assicurato che si sarebbe messo immediatamente al lavoro, l’ha fatto lunedì sera, di fronte al suo popolo, all’interno della Capitol One Arena, firmando una prima serie di ordini esecutivi. Ha cominciato con il cancellare 78 ordini esecutivi di Joe Biden che comprendono: il congelamento della maggior parte delle assunzioni federali, il ripristino del lavoro in presenza a tempo pieno dei dipendenti governativi, il permesso per il personale della Casa Bianca di accedere a materiale top secret senza passare attraverso le tradizionali procedure. Trump, che si è poi spostato nello Studio Ovale (dove ha ripristinato il bottone per ordinare in un attimo fiumi di Coca-Cola Light), ha firmato altre dozzine di documenti. Andiamo con ordine. Commercio e dazi: per ora non ne ha imposti di nuovi, ma ha minacciato che dal 1° febbraio pesino per il 25% sulle importazioni da Canada e Messico.
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Intanto, ha ordinato alle agenzie federali di avviare un’indagine sulle pratiche commerciali potenzialmente sleali e ha chiesto una valutazione sui precedenti accordi commerciali, in particolare quelli con l’USMCA, l’accordo di libero scambio tra Stati Uniti-Messico-Canada, e con la Cina. I dazi con Pechino dipendono anche da come andrà la faccenda Tik Tok: per i prossimi 75 giorni il social network rimarrà online, il tempo necessario per «trovare un percorso appropriato» e portare la piattaforma sotto la parziale proprietà degli Stati Uniti per eliminare possibili interferenze straniere. Ha ordinato di valutare la creazione di una nuova agenzia federale per riscuotere le tasse. Intanto, ha ritirato le sanzioni contro i coloni ebrei in Cisgiordania.
Tema energia e ambiente, sull’onda del «drill, baby, drill»: subito via dall’Accordo di Parigi, il patto tra 196 Stati per combattere il cambiamento climatico, e fine dell’incubo delle auto elettriche. Quindi stop alle leggi imposte da Biden sulle auto con motore a scoppio, che hanno incoraggiato le case automobilistiche a produrre più veicoli elettrici, via le norme sull’efficienza energetica per lavastoviglie, soffioni delle docce, stufe a gas, basta limiti allo sviluppo o all’utilizzo di carbone, petrolio, gas naturale, energia nucleare, energia idroelettrica e biocarburanti. Inoltre, ha dichiarato l’emergenza energetica nazionale (la prima della storia americana e che potrebbe sospendere alcune norme ambientali) e ha allentato le normative per consentire una maggiore produzione nazionale di petrolio e gas, come il divieto di Biden sulle trivellazioni offshore. Questione gender e woke: ha posto fine in tutto il governo federale ai programmi DEI, ovvero le politiche di Diversità, equità e inclusione per il sostegno delle minoranze (considerate «programmi di discriminazione illegale e immorale»), ha stabilito che il governo riconoscerà l’esistenza di due sessi, maschile e femminile (nel 2022, l’amministrazione Biden aveva permesso ai cittadini di selezionare la “X” sul passaporto). Infine, ai detenuti non sarà permesso intraprendere procedure per il cambio di sesso a spese del governo.
Trump ha poi concesso la grazia per i 1.583 imputati che hanno partecipato alle rivolte del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill, quattordici condanne sono state commutate e ha ordinato al Dipartimento di Giustizia di archiviare i casi in corso. Ha ripristinato la pena di morte per tutti gli immigrati illegali che commettono delitti capitali (l’omicidio aggravato) e per gli assassini di agenti delle forze dell’ordine. A fare più rumore, ieri, due addii: all’Organizzazione mondiale della sanità e alla Minimum tax, imposta dell’Ocse che prevede un’imposta del 15% sui profitti extra-frontalieri delle multinazionali. L’accusa all’Oms è di aver derubato l’America, di aver gestito male la pandemia di Covid-19, di essere in credito da altri stati membri. Il ritiro richiede un periodo di preavviso di 12 mesi, deve essere approvato dal Congresso e Trump potrebbe aprire un negoziato: ad oggi gli Usa sono il maggiore finanziatore dell’Oms, contribuisce al 18% dei finanziamenti complessivi. «L’ambizione è la linfa vitale di una grande nazione», ha detto Trump chiudendo il discorso del giuramento. Vedremo se rimarrà impantanato nei dazi o travolto dalle macerie della burocrazia. Ma intanto, che ai dem piaccia o meno, mai nella storia un uomo così vecchio ha generato tanta speranza nel futuro.
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