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Cecilia Sala arrestata in hotel, si trova carcere dei dissidenti iraniani: ore d'ansia per la giornalista

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Rinchiusa nel carcere di Evin, a Teheran, da nove giorni, dal 19 dicembre: la giornalista Cecilia Sala - firma de Il Foglio e autrice di podcast per Chora news - è in mano al regime iraniano. Si trova nella stessa prigione dove gli ayatollah rinchiudono i dissidenti: nell'autunno del 2022, in quel penitenziario, Alessia Piperno trascorse 45 giorni prima di essere liberata al termine di una lunga trattativa che impegnò servizi segreti e canali diplomatici per liberarla.

I motivi dell'arresto di Cecilia Sala non sono stati precisati, lo ha spiegato anche Mario Calabresi, direttore di Chora News, a Rai News 24: "Non conosciamo le accuse mosse a Cecilia Sala. Confermo che si trova in una cella di isolamento".

La giornalista era partita giovedì 12 dicembre per Teheran con un aereo da Roma: nel Paese è entrata in virtù di un regolare visto di lavoro giornalistico, valido per una settimana e rinnovabile. Era attesa in Italia per venerdì 20 dicembre, ma dalla mattinata del 19 dicembre aveva smesso di rispondere a messaggi e telefonate sul cellulare. A quel punto è stata proprio Chora media ed allertare l'Unità di crisi del ministero degli Esteri. Soltanto nel pomeriggio del 20 dicembre ha potuto telefonare alla madre per dirle di essere stata arrestata, senza poter però aggiungere nulla. Ha spiegato di stare bene, chiedendo di fare in fretta nel tentativo di liberarla. Da quel momento, la Farnesina ha iniziato ad attivarsi, ma solo oggi, nella mattinata di venerdì 27 dicembre, l'ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, ha potuto incontrarla in carcere.

Si è anche appreso che Cecilia Sala è stata prelevata dalle autorità iraniana mentre si trovava in albergo a Teheran. Ora la principale urgenza è comprendere la ragione per la quale la giornalista è stata arrestata proprio alla vigilia del suo ritorno in Italia, per poter così predisporre la migliore strategia per ottenerne la liberazione.

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