Egitto, Paese "insicuro" per i magistrati? A Natale record di turisti italiani
L’Egitto è un paese talmente insicuro che perla settimana di Capodanno non si trova più un volo diretto dall’Italia a meno di ottocento euro a tratta. Se per i magistrati il Paese delle piramidi è ad alto “rischio" per il mancato rispetto da parte delle autorità locali dei diritti e delle garanzie, per i nostri connazionali invece è una delle mete turistiche più gettonate ed irrinunciabili del momento.
Navigando su qualsiasi motore di ricerca si scopre infatti che per le vacanze di fine anno è più economico andare a New York, dove le ore di volo solo il doppio, che andare a Sharm El Sheikh con una compagnia low cost. «Sono veramente tante le richieste per l’Egitto in questo periodo», dichiara Maria Pia De Scalzi, titolare dell’agenzia di viaggio Luxury N5 di Milano. «La maggior parte- aggiunge- sono famiglie con bambini, anche piccoli. Quando entrano in agenzia hanno già le idee chiare su dove andare e nessuno chiede se ci siano problemi a livello di sicurezza». Se per il Mar Rosso qualche posto comunque è ancora rimasto, le crociere sul Nilo, con un paio di giorni al Cairo per vedere i musei, sono quasi sold out. «Calcolando un tour di otto giorni per una famiglia di quattro persone, non ho più nulla sotto i dodici mila euro», precisa Maria Pia De Scalzi.
Secondo un recente studio, pubblicato ieri su Repubblica, di Astoi Confindustria e Assoviaggi Confesercenti, punti di riferimento dei tour operator e degli agenti viaggio nazionali, l’Egitto ha registrato una crescita record del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli italiani, dunque, non si sono fatti minimamente influenzare dagli allarmi lanciati in queste settimane dalle toghe che hanno ribaltato i report del Ministero degli Esteri, facendo poi carta straccia dei provvedimenti del governo sui “Paesi sicuri”. L’Egitto era stato considerato dall’esecutivo un Paese in cui non ci sono atti di persecuzione né tortura, o forme di pena o trattamento inumano e degradante. E ciò aveva reso infondate le richieste di protezione internazionale degli egiziani che arrivavano in massa in Italia volendo il diritto di asilo. In pratica, semplici migranti economici per i quali non è riconosciuta alcuna protezione specifica.
La Sezione immigrazione del Tribunale di Roma, prendendo per oro colato una sentenza della Corte dell’Unione europea, lo scorso ottobre aveva deciso di andare contro tali indicazioni, affermando l'esatto contrario. Nel mondo, per i giudici di Lussemburgo, non esistono Paesi sicuri: è sufficiente che in qualche parte del loro territorio vengano compiute “discriminazioni” o “violazioni di diritti” per far scattare il diritto d’asilo. Concetto che se preso alla lettera renderebbe insicura, ad esempio, anche la Stazione Termini a Roma, dove si è perso il conto degli stupri e dei borseggi, o le stesse periferie milanesi, dove per protestare contro le Forze di polizia si bruciano i materassi in strada e si assaltano gli autobus.
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Estensore del provvedimento era stata la giudice Silvia Albano, presidente nazionale di Magistratura democratica, la corrente di sinistra dell’Anm che proprio sui migranti conduce da tempo battaglie ideologiche. La stessa Albano, va ricordato, prima di quel provvedimento, aveva però chiesto alla Cassazione se il giudice fosse vincolato alla lista dei Paesi di origine sicura oppure dovesse tener conto della normativa europea vigente in materia. Ma tant’è. Nel frattempo, non resta che augurare a chi andrà in Egitto buone vacanze!
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