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Corea del Sud, "arresto immediato" per il presidente Yoon Suk-yeol: cosa succede ora

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Sì alla risoluzione per l'"arresto immediato" del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol: il via libera è arrivato dal Parlamento nell'ultimo giorno della prima sessione ordinaria della 22esima Assemblea nazionale. Il provvedimento per l'arresto è stato approvato non solo per Yoon ma anche per altre sette persone a lui vicine. Il motivo? Il maldestro tentativo, risalente allo scorso 3 dicembre, di imporre la legge marziale, prima dichiarata e poi ritirata dopo sei ore a causa della bocciatura parlamentare. 

Secondo quanto riferito dai media di Seul, le opposizioni vorrebbero mantenere il pressing per favorire l'uscita di scena del presidente dopo quanto successo il 3 dicembre, dal momento che comunque l'iniziativa votata dal Parlamento non ha effetti legali vincolanti. La risoluzione è passata con 191 voti a favore e 94 contrari, più tre astenuti. Il presidente sudcoreano, in particolare, è indagato per insurrezione e abuso di potere, come spiegato da Park Se-hyun, capo dell'Ufficio del Procuratore speciale che coordina le indagini. “Abbiamo ricevuto numerose denunce contro il presidente Yoon Suk Yeol e stiamo conducendo le indagini di conseguenza - ha detto Park -. Dal punto di vista procedurale, è corretto che un sospetto venga indagato una volta presentata una denuncia o un'accusa”. 

 

 

 

Nei giorni scorsi, invece, la polizia sudcoreana ha arrestato l'ex ministro della Difesa Kim Yong Hyun, indagato per presunto tradimento e il suo presunto ruolo nella dichiarazione della legge marziale.

 

 

 

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