Ucraina, le ragioni della guerra
Tutto sul paese sotto gli occhi del mondo. Dall'accordo di tregua alle reazioni della Russia, dall'indipendenza al sistema politico, passando per l'economia e la popolazione
Sono omrai tre mesi che si parla di Ucraina, di Kiev e delle sue bombe. Di quelle molotov inventate dai Russi, dei suoi fuochi e fumi che cercano di attirare le attenzioni internazionali di un paese ormai stanco dalla dipendenza russa e dalla voglia di occidentalizzazione in stile europeo. Per capire ciò che sta avvenendo nell'ex paese satellite dell'Urss bisogna però capire tutto ciò che ruota attorno alla vicenda, dall'indipendenza al sistema politico, da come sono partite le proteste, a cosa avranno tra le mani gli ucraini. Partiamo proprio da qui. L'accordo - Non si può che partire dall'accordo stipulato nella mattina del 21 febbraio. Dopo 72 ore di guerra civile, 100 morti e 500 feriti, stamattina il capo dello Stato Viktor Yanukovich e le opposizioni hanno siglato l'accordo, dopo una trattativa estenunante durata tutta la notte. L'accordo, firmato al palazzo presidenziale di Kiev, prevede il ritorno alla Costituzione del 2004, che limita i poteri presidenziali, e l'avvio di un processo per dar vita a un governo di unità nazionale e convocare nuove elezioni presidenziali probabilmente a dicembre. I leader dell'opposizione ucraina hanno accettato il patto per mettere fine alle proteste, ha fatto sapere una portavoce del leader di opposizione Vitaly Klitschko, ex pugile tra i politici di riferimento delle proteste contro il governo. Il tutto si è svolto sotto la supervisione dei ministri dell'Ue, la trojka franco-polacca-tedesca arrivatà giovedì 20 febbraio a Kiev per mediare tra governo e opposizione. Le elezioni che spaventano Putin - Come prevedibile la promessa di nuove elezioni ha scosso Mosca. Vladmir Lukin, inviato a Kiev del presidente Vladimir Putin per mediare i colloqui tra il governo e l'opposizione, non ha firmato l'accordo e ha frenato sulla seconda parte degli aiuti finanziari (2 miliardi di dollari, dopo averne erogati 3 a dicembre) che dovrebbe concedere a Kiev. Quando tutto ebbe inizio - Una prima spiegazione delle ragioni alla base della protesta è la divisione del paese tra simpatie russe e non, tra est e ovest.Tra la maggioranza russofona ed economicamente più legata a Mosca e le regini occidentali attirate da prospettive europee. L'attuale presidente Yanukovych è il leader del Partito delle Regioni, filo-russo, che ha bloccato lo scorso 15 dicembre i lunghi negoziati per un accordo di libero scambio con l'Unione Europea e ne ha stretto invece uno con la Russia. Gli oppositori scesi in piazza sostengono invece la necessità di legami più stretti con l'Europa. L'accordi siglato con la Russia lo scorso 17 dicembre prevede un taglio del prezzo del gas all'Ucraina e l'acquisizione da parte di Mosca dei titoli di Stato ucraini per 11 miliardi di euro. La mossa di Putin aveva l'obiettivo di mettere i bastoni tra le ruote all'avvicinamento a Bruxelles dell'ex paese satellite. Il tutto è stato poi contornato dalla minaccia di perdita di rapporti commerciali privilegiati con la Russia. Popolazione e economia - Quasi l'ottanta per cento della popolazione è ucraina, ma in alcune città dell'est e del sud i russi sono la maggioranza (in tutto i russi sono il 17 per cento della popolazione). La situazione economica ha portato negli ultimi vent'anni alla riduzione di 6 milioni di abitanti, a causa anche della bassa natalità, dell'alta mortalità e dell'emigrazione. La situazione economica è disastrosa, tanto che l'Ucraina rischierebbe il default in cvaso di congelamento degli aiuti finanziari di Mosca. Lo ha affermato chiaramente in una nota del 21 febbraio, l'agenzia di rating Standard & Poor's, che ha declassato il debito sovrano del paese a “CCC” da “CCC+” con outlook negativo. Politica - L'Ucraina è una repubblica semipresidenziale: il presidente della Repubblica è il capo dello stato e viene eletto direttamente con un mandato di cinque anni. Il parlamento ha una camera sola, la Verkhovna Rada. L'indipendenza - L'Ucraina è diventata indipendente dopo la fine dell'Unione Sovietica, nel 1991. Quasi tutta la nazione, Crimea apparte, era fermamente convinta che il paese avesse una identità nazionale e dovesse essere uno stato sovrano. Ma da allora l'Ucraina è rimasta invece divisa più o meno equamente tra due idee diverse del proprio futuro: filo-russa e filo-europea. Gli ultimi governi e la rivoluzione arancione - Dopo una prima presidenza disastrosa dal punto di vista economico di Leonid Kravchuk, il filosovietico Leonid Kuchma fece risollevare la situazione economica rendendo l'Ucraina il primo paese più ricco dell'ex Urss. Il mondo intero si accorse delle divisioni al momento della cosiddetta “rivoluzione arancione”, dopo la quale, a dicembre 2004, il filo-occidentale e filo-europeo Viktor Yushchenko vinse le elezioni. Con Yushchenko la democrazia nel paese crebbe, così come la libertà dei media, finalmente liberi di parlare con la rivoluzione. Ma quella spaccatura rese i negoziati con l'Unione Europea e la NATO difficili. Il governo degli arancioni durò cinque anni e fu messo in gravi difficoltà dalla crisi economica internazionale e dalla rivalità tra il presidente Yushchenko e il suo primo ministro Yuliya Tymoshenko, che venne sfruttata poi da Yanukovich per arrivare al potere.