Immigrazione, il patto con Francia e Germania di Pd e M5s: ecco cosa rischia l'Italia
Cambia il governo, ma non i problemi. Ora l'Ue torna a fare pressione sull'immigrazione: "cacciato" Matteo Salvini, è più facile ottenere qualche sì dal remissivo Giuseppe Conte. Le trattative con Germania e Francia per gestire i flussi migratori hanno una storia più lunga. Era il 18 luglio scorso, quando i ventotto ministri dell'Interno si incontrarono a Helsinki, ma non riuscirono a raggiungere un accordo dopo che Italia e Malta presentarono un documento congiunto per portare a livello europeo il problema degli sbarchi. Documento nel quale i due Paesi rifiutarono la proposta dell'Ue di farsi carico degli immigrati, solo in un secondo momento distribuiti tra tutti i membri. Leggi anche: Conte a Bruxelles da Ursula von der Leyen: tasse e immigrazione. I temi sul tavolo Così si è deciso di lavorare a un documento congiunto che verrà suggellato, in data 23 settembre, a Malta dai quattro ministri dell'Interno. Si tratta - come spiega La Stampa - di un programma temporaneo e predefinito per le riallocazioni. Una proposta che "incastra" il nostro Paese: quando ci sarà la prossima emergenza con una nave umanitaria (generalmente sono Ong francesi o tedesche), Francia e Spagna in quanto Paesi di bandiera chiederanno a Italia e Malta di fornire i loro porti come "punti sicuri di sbarco", senza che per questo italiani e maltesi dovranno farsi carico di tutto quel che segue. Peccato però che l'accoglienza altrove avverrà, secondo l'accordo, almeno un mese dopo lo sbarco. Per il momento, sia il governo francese, sia quello tedesco si sono impegnati a prendersi il 25% degli sbarcati. Ma per Italia e Malta non è ancora sufficiente. E perciò il programma non dovrebbe essere operativo fintanto che il 100% degli sbarcati non avrà una destinazione sicura. Italia e Malta si sono trovate d'accordo che non accoglieranno nessuno facendosi scudo di una ragione economica: già quel mese di accoglienza sarà un forte impegno logistico ed economico.