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Ue: Germania sotto indagine per eccesso di export

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Angela Merkel

Ignazio Stagno
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Ora anche l'Europa se n'è accorta: la Merkel e la Germania stanno rovinando l'economia dei paesi della Ue. Berlino è finita sotto indagine per eccesso di export. La Commissione Ue ha deciso oggi di avviare un'”analisi approfondita sull'elevata eccedenza di bilancio” della Germania. Ad annunciarlo è il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso precisando che l'indagine è finalizzata a capire se la Germania “può fare di più per contribuire al riequilibrio dell'economia europea”. Il surplus commerciale della Germania “può mettere pressione sull'apprezzamento dell'euro e rendere difficile il recupero della competitività dei Paesi periferici dell'Eurozona”. Rischio sanzioni - Va detto che l'indagine non è ancora una procedura d'infrazione, ma potrebbe condurre a sanzioni significative. Il messaggio per la Merkel è chiaro: alzate gli stipendi, favorite la domanda interna per aiutare l'import degli Stati del sud Europa. Insomma l'Europa dunque si sveglia e contesta l'eccezionale surplus della bilancia commerciale, l'attivo delle partite correnti aspramente criticato anche dagli Stati Uniti e dal Fondo Monetario Internazionale. Berlino si tiene il bottino - Quel surplus sarebbe la prova dell'egoismo commerciale tedesco che ignora la crescita zero dei suoi partner, impegnati in una partita mortale per tenere i conti pubblici sotto controllo e che non fa recuperare un posto di lavoro in una congiuntura in cui la disoccupazione è galoppante. I tedeschi, questo l'invito-ingiunzione, devono spendere e consumare di più. Bisogna ricordare anche che dentro l'enorme attivo tedesco, a far impennare l'export tedesco partecipano anche i partner europei in qualità di fornitori dell'industria tedesca, a cominciare dall'Italia, beneficiata nel 2011 di 5,1 mld e nel 2012 di 5,6 mld dalle imprese tedesche. Insomma tutti danno una mano alle imprese tedesche. Ma la Merkel il bottino lo tiene nel suo forziere. Ora l'Europa batte cassa. Intanto la Gerania prepara la contromisura: ogni nuovo impegno economico con Bruxelles dovrà ricevere il via libera dal popolo tedesco con una consultazione referendaria. 

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