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Alan Kurdi, anche Malta nega l'accesso in acque territoriali: mistero sulla sorte della ong

Davide Locano
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Il pugno di ferro di Matteo Salvini paga. La Alex della ong Mediterranea attracca a Lampedusa, fa sbarcare gli immigrati ma viene subito sequestrata, così come viene subito indagato il capitano. E dopo questi fatti, ecco che nella tarda serata di sabato la Alan Kurdi, l'altra imbarcazione della ong tedesca Sea Eye che era nei pressi di Lampedusa, ha cambiato rotta, lasciando l'Ialia per dirigersi verso Malta, ben lontana da Lampedusa.  Leggi anche: Il governo olandese si spacca su Sea Watch Il caso, però, si è complicato intorno alle 11 del mattino di domenica, quando Malta ha fatto sapere di aver negato l'ingresso della Alan Kurdi in acque territoriali. La notizia è stata fatta trapelare da un portavoce delle forze armate maltesi dall'agenzia Dpa. Le autorità maltesi indicheranno alle forze armate quali azioni intraprendere "se la nave entrerà nelle acque" territoriali. L'arrivo di Alan Kurdi a Malta è previsto per il pomeriggio. Ora resta da vedere cosa farà l'imbarcazione, se forzerà il divieto in acque maltesi o se farà ritorno verso quelle italiane. Il fatto che nella tarda serata di sabato la nave della ong Sea Eye abbia cambiato rotta, lasciando l'Italia, come detto, probabilmente, non è stato un semplice caso. Per quanto, in un tweet, l'equipaggio avesse scritto: "Non possiamo aspettare finché lo stato di emergenza non prevale. Ora si deve dimostrare se gli altri governi europei appoggiano l'atteggiamento dell'Italia". Più che dallo stato d'emergenza, la ong era spaventata dal sequestro della Alex disposto dal governo italiano. A bordo della Alan Kurdi ci sono 65 immigrati; la Germania si è detta pronta ad accoglierne alcuni. "Sia nel caso della Alan Kurdi che nel caso di Alex - ha affermato il ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer - siamo pronti, nell'ambito di una soluzione solidale europea, a prendere alcune delle persone salvate".  

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