Alessandro Sandrini, liberato in Siria il bresciano rapito tre anni fa: chi c'era dietro il sequestro
Il 'governo di salvezza' di Hayat Tahrir al-Sham, formazione jihadista che controlla gran parte della provincia di Idlib, nel nord della Siria, ha annunciato che le sue forze sono riuscite "nell'ultimo periodo" a liberare un cittadino italiano, Alessandro Sandrini, che era "nelle mani di una banda che pratica il sequestro e la richiesta di riscatto". Leggi anche: Sandrini ostaggio in Siria, il video agghiacciante del bresciano: "Aiutatemi, mi uccideranno" Come evidenziato dall'agenzia 'Sham', vicina ad Hayat Tahrir al-Sham, il vice ministro dell'Interno del 'governo di salvezza', colonnello Ali Kaddah, ha annunciato la liberazione dell'italiano senza tuttavia precisare quando sia avvenuta. "Il ministero dell'Interno del governo di salvezza è riuscito tramite ricerche e indagini da parte delle pattuglie di polizia a liberare un italiano di nome Alessandro Sandrini", ha dichiarato Kaddah, secondo il quale il ministero dell'Interno "era informato dell'esistenza di un ostaggio nelle mani di una banda che pratica il sequestro e la richiesta di riscatto". Kaddah ha aggiunto che "per l'incolumità del sequestrato abbiamo negoziato per via indiretta" e "siamo riusciti a liberarlo e ad identificarlo". Il vice ministro ha quindi comunicato che le autorità del 'governo di salvezza' hanno contattato "le autorità competenti per consegnarlo ufficialmente al governo del suo Paese". Il 'governo di salvezza' è il braccio politico di Hayat Tahrir al-Sham, gruppo jihadista composto per lo più dall'ex cellula siriana di al-Qaeda che si oppone al regime del presidente siriano Bashar al-Assad. Alessandro Sandrini, 33 anni, il 3 ottobre del 2016 era partito per una vacanza ad Adana, in Turchia, città che si trova a 180 chilometri da Aleppo, in Siria. Per un anno non si hanno più sue notizie, fino a quando, il 19 ottobre del 2017, telefona alla madre per dirle di essere stato sequestrato. E' la prima di una serie di telefonate alla madre nei mesi successivi, per chiedere aiuto. L'uomo originario di Folzano, nel bresciano, appare poi il 31 luglio scorso in un video con indosso una tuta arancione, in ginocchio e due carcerieri incappucciati e armati alle spalle. ''Mi uccideranno'', dice nel filmato diffuso da Site, sito che monitora le attività jihadiste, secondo il quale Sandrini era in ostaggio in Siria insieme al giornalista giapponese Jumpei Yasud.