Strache a Ibiza con la biondina russa, il video scandalo che terremota Austria e sovranisti: cosa non torna
Il vice cancelliere Heinz-Christian Strache ha dato le dimissioni e il governo austriaco è caduto a una settimana dalle elezioni europee. Strache e il suo partito, il "populista" Fpö, sono stati colpiti e affondati da un video "svelato" dalle due testate tedesche di sinistra più diffuse, lo Spiegel e la Süddeutsche Zeitung. Piccolo chiarimento: la Germania, sebbene i tempi di Hitler siano finiti da un pezzo, considera ancora l' Austria come una specie di succursale decentrata i cui destini in qualche modo debbano essere decisi a Berlino. A questa logica non si sottraggono nemmeno i progressisti tedeschi che alla bisogna, ad appena una settimana dal voto, ti tirano fuori un video di due anni fa dalla durata di sette ore in cui il vicecancelliere Strache viene sorpreso in quel di Ibiza a offrire, tra un cicchetto e l' altro, contratti governativi in cambio di sostegno economico e politico a una sedicente nipote di un oligarca russo. Un trappolone teso da chi non si sa ancora bene esattamente, Strache accusa un po' tutti inclusi i servizi segreti, e tenuto in serbo per la migliore delle occasioni, ma anche una figuraccia grossa come una casa per il leader "populista", costretto a dare le dimissioni da tutto in diretta tv e quasi in lacrime. «Mi hanno incastrato, è un attacco politico mirato, una campagna di disinformazione di insuperabile meschinità» ha detto l' ormai ex vicecancelliere, che ha peraltro sottolineato che quell' incontro non aveva avuto alcun seguito e che le parole dette erano evaporate velocemente insieme ai fumi dell' alcol. Strache ha però riconosciuto di avere avuto «un comportamento tipico da macho» e per questo ha presentato le sue scuse alla moglie, al partito e a Kurz, dicendo di aver agito «come un adolescente» senza controllare le sue parole. «Alzare la voce» - Alle dimissioni di Strache si sono aggiunte anche quelle da capogruppo del partito di Johannes Gudenius, che era presente alla festicciola in villa. È ovvio che comunque la si pensi l' intenzione di chi ha diffuso il video è quella di far cadere il governo austriaco che rappresenta un esperimento unico in Europa, la coalizione tra un partito europeista e ben inserito, quello di Kurz, e uno populista ed euroscettico. Il punto di contatto tra i Popolari europei da una parte e Salvini dall' altra, con il tramite di Orban, ed è evidente che ha colpito il governo austriaco ha voluto anche colpire tutti i possibili intrecci nel centrodestra europeo. Tutto lecito, sia chiaro, contemporaneamente in Italia c' è chi dal giornale di sinistra più diffuso ha detto che è tempo di «alzare la voce» e anche nei confronti del leader della Lega sono stati lanciati scoop e accuse più o meno verosimili. «Alzare la voce» significa in fondo cercare di abbattere con le buone, ma soprattutto con le cattive, quei partiti non allineati arrivati al governo legittimamente dopo altrettante legittime elezioni democratiche. In Italia non ce l' hanno ancora fatta, in Austria invece sì. Il cancelliere Kurz, che in un' intervista ha assicurato che non scenderà mai più a patti con l' Fpö, ha annunciato elezioni anticipate «prima possibile». Hofer redivivo - Strache è stato sostituito alla guida del partito da Norbert Hofer, l' ex candidato alla presidenza della Repubblica, ma nessuno ha preso il suo posto alla cancelleria, cosa che era stata letta come l' annuncio della caduta del governo. Per la verità Kurz potrebbe anche aver accolto la crisi con un certo sollievo, soprattutto perché ne potrebbe trarre un vantaggio elettorale. Nelle settimane scorse più di una volta e con crescente insistenza aveva già preso le distanze dall' Fpö e in particolare dalle frange più estremiste del partito alleato. Una volta motivo della disputa è stato il gruppo Identitäre Bewegung Österreich, che propugna l' omogeneità etnica dell' Austria, e che alla fine Strache è stato costretto ad espellere dopo che si è scoperto che uno degli esponenti di spicco, l' ex neonazista Martin Sellner, aveva forse ricevuto somme di denaro da Brenton Tarrant, l' attentatore di Christchurch. Un' altra volta lo scontro si è montato attorno un poemetto pubblicato da un sindaco dell' Fpö che paragonava gli immigrati a dei ratti. di Carlo Nicolato