Datagate, spiano tutti tranne gli italiani: "Siete troppo litigiosi"
Londra, Berlino, Parigi e Madrid avevano un network comune per intercettare. I servizi inglesi: "Aise e Aisi frustranti"
Angela Merkel continua a protestare per lo sgarro che le hanno fatto col metterla sotto controllo. La Germania assieme al Brasile ha scritto all'Onu per chiedere all'Assemblea generale di adottare una bozza di risoluzione che invoca il diritto alla privacy nell'era digitale e chiede la fine all'eccessiva sorveglianza elettronica, sottolineando che la raccolta illegale di dati personali rappresenta «un'azione altamente invadente». Il Bundestag ha chiesto la collaborazione di Snowden per testimoniare su quanto è accaduto, al che il Cremlino ha chiarito che può andare a Berlino quando vuole, visto che la Germania è “un Paese amico”: salvo che a quel punto per tornare in Russia dovrebbe poi fare una nuova richiesta di asilo. Ma la verità è che la Germania da almeno cinque anni era stata a sua volta coinvolta dai servizi britannici, per conto di Washington, in un massiccio sistema di sorveglianza di massa delle telefonate e di Internet a livello europeo, attraverso le fibre ottiche e con lo sviluppo di segrete relazioni con le compagnie di telecomunicazione. Lo ha rivelato il Guardian, confermando peraltro cose che già sostanzialmente si sapevano, e spiegando che nella rete stavano dentro anche Francia, Spagna e Svezia: Francia e Spagna, altri Paesi che stanno ora protestando. Il Gchq, equivalente britannico della Nsa americana, vi svolgeva uno specifico ruolo di consulenza, nell'aiutare i partner europei ad aggirare le leggi nazionali che limitano i poteri delle agenzie di intelligence. Non ci sarebbe invece dentro l'Italia, ma non tanto per onestà quanto per sfiducia degli alleati. Stando a quanto avrebbero rivelato al Guardian i nuovi documenti di Snowden pubblicati, l'opinione degli uomini della Gchq sui nostri servizi di intelligence sarebbe che Aise e Aisi, sono «litigiosi» e «incapaci di collaborare tra di loro» e di conseguenza frustranti, oltre a avere leggi che legherebbero loro le mani. Bisogna vedere quanto in questo giudizio vi sia di vero, e quanto invece di mero pregiudizio etnico anti-italiano. Non nel senso che non sia credibile una rivalità controproducente tra differenti rami del nostro apparato statale, figuriamoci! Ma non è che altri Paesi non conoscano a loro volta problemi del genere: a partire dalla leggendaria ostilità tra Fbi e Cia, e di quell'incomunicabilità tra i vari servizi Usa cui è stata attribuita gran parte della responsabilità per l'11 settembre 2001. E quanto poi a far pasticci: e quale pasticcio peggiore un servizio di intelligence ha mai fatto, se non permettere che tutta quella roba compromettente venire spifferata dai vari Assange e Snowden? E a questo punto l'eccesso di machiavellismo degli americani, spiare coloro stesso assieme ai quali spiavano, gli si sta ritorcendo contro. Va ricordato peraltro che, al momento, gli unici non spiati dall'Nsa risultano gli altri Paesi anglo-sassoni facenti parte del famoso “Patto dei Cinque Occhi”: i Five Eyes (Fvey), chiamata più correntemente The United Kingdom – United States of America Agreement (Ukusa), ma di cui fanno in realtà parte anche gli altri tre Paesi anglo-sassoni Canada, Australia e Nuova Zelanda. L'intesa tra le intelligence risale addirittura a un accordo informale collegato alla Carta Atlantica del 1941, rinnovato col Brusa Agreement del 1943 e formalizzato il 5 marzo 1946 tra Londra e Washington, per essere poi esteso agli altri tre Paesi, su una base di suddivisione delle aree da controllare: all'Australia l'Asia Meridionale e Orientale; al Canada l'America Latina, oltre a dare un mano per l'interno di Russia e Cina; alla Nuova Zelanda il Pacifico Occidentale; al Regno Unito Europa e Russia Europea; agli Usa Medio Oriente, Cina, Russia, Caraibi e Africa. Si era pure detto che anche Germania, Filippine, Israele e alcuni Paesi scandinavi erano stati ammessi: ma, evidentemente, non su una base di parità . di Maurizio Stefanini