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Nsa: "Erano i politici a volere le intercettazioni dei leader mondiali"

Barack Obama

Le rivelazioni del capo della Nsa, l'agenzia di intelligence: "Agivamo su precisa richiesta". Così smentisce il presidente, che disse di non sapere

Michele Chicco
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"La Nsa spiava i leader mondiali su richiesta degli ambasciatori". Cioè dei responsabili politici della diplomazia statunitense all'estero. A dirlo non è un tipo qualunque, ma Keith Alexander, capo dell'agenzia di intelligence americana. Le sue sono parole di difesa: il governo americano aveva parlato di "azioni fuori controllo" dell'agenzia e Alexander è stato costretto a mettere i puntini sulle "i". Il Datagate, adesso, investe soprattutto i vertici politici americani che rischiano di incrinare per sempre i rapporti con i loro alleati che hanno scoperto, anche grazie alle rivelazioni di Edward Snowden, di avere occhi e orecchie a stelle e strisce sintonizzati su di loro. Barack Obama trema: dopo queste ultime dichiarazioni, la sua posizione si fa sempre più complessa. Spioni - "Non sono le agenzie di intelligence ad avanzare le richieste - ha detto il generale al Baltimore Council on Foreign Relations - ma i responsabili della politica, tra cui gli ambasciatori". John Kerry e Obama, insomma, mentono quando sostengono che la Nsa sia andata oltre i suoi compiti e la loro posizione si aggrava pesantemente. Infatti, "la Nsa - ha precisato Alexander - ha raccolto le informazioni quando gli è stato chiesto da funzionari politici di scoprire le intenzioni delle leadership dei Paesi stranieri. E se tu vuoi conoscere queste intenzioni, questo è quello che devi fare". 

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