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Mughini: "Ora lo dice pure la sinistraLasciateci andare a prostitute"

Giampiero Mughini

Sacrosanto appello di 343 intellettuali francesi contro la proposta di multarei clienti. Lo Stato pensi ad acciuffare i papponi e non metta dito nei fatti privati

Ignazio Stagno
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«Mascalzoni» o «porcelli» che siano, ben 343intellettuali francesi (alcuni di gran gusto, a cominciare dall'irriverente critico letterario Frédéric Beigbeder) hanno messo il loro nome e cognome sotto un manifesto che rivendica il diritto degli adulti consenzienti - uomini e donne - di fare sesso a pagamento quando lo hanno scelto e voluto. E siccome sono nati in Francia, un Paese in cui la saga del desiderio sessuale anche il più rovente è stata celebrata nei secoli dal marchese De Sade o da Guillaume Apollinaire, questi intellettuali hanno trovato uno slogan letterariamente risonante. «Ne touche pas àma pute», giù le mani dalla puttana che mi sono scelto e che è d'ac - cordo con me nel farlo e non sto facendo violenza a nessuno e non mi dovete rompere le balle. Tutto questo gran casino di firme e di polemiche pur di dare addosso alla proposta (stupidissima) di un ministro del governo presieduto da François Hollande, la socialista Maud Olivier, la quale vorrebbe che d'ora innanzi i clienti delle prostitute venissero puniti con un'am - menda dai 1500 ai 3000 euro. Vai a puttane, ebbene lo Stato ti concia per le feste. Furibonde le stesse prostitute francesi, che sono andate in corteo per le strade di Parigi: «Siamo puttane, siamo fiere. Con il Ps sarà guerra». La brava donna ministro vorrebbe dunque abolire la prostituzione, un commercio di corpi e di desideri che esiste da quando esiste il mondo. E del resto in Italia abbiamo avuto una brava parlamentare socialista, Lina Merlin, che alla fine dei Cinquanta ci tenne tanto a buttar giù le “case chiuse”. Non che la prostituzione in Italia ne sia scemata di un etto. Ha solo cambiato morfologia. Ne sta parlando uno che non è un frequentatore di questo mercato, ma non certo per i motivi morali opposti dalle femministe francesi ai 343 “mascalzoni”. Neimiei vent'anni ho scelto un paio di volte delle prostitute su strada. Siamo andati in albergo, siamo entrati in una stanza che avevo pagato anticipatamente, lei ha cominciato a spogliarsi, le ho subito detto di lasciar perdere. Non mi andava proprio. La morale non c'entrava nulla, il niente di desiderio sì. Detto questo, milioni di uomini tutti i giorni e in tutto l'universo la pensano diversamente e agiscono diversamente. Lo fanno, uomini e donne consenzienti. E a parte il fatto che c'è prostituzione e prostituzione, e lo è di certo quella delle aspiranti starlettes disposte a tutto pur di fare una comparsata in un film o in una trasmissione televisiva. Qui a Roma, ai tempi del governo di centro-destra, non ricordo più quale ministro (stupidissimo) volle che sparissero da via Salaria le ragazze che sostavano e si esibivano nell'offerta, metro dopo metro. E difatti quelle ragazze provenienti dall'Africa o dall'Ucraina sparirono. Per qualche mese. Adesso ci sono tutte, provocanti e seminude. Quando passo in macchina (guidata dalla mia compagna) le guardo sempre, eccome. Beninteso, lo so che la gran parte di loro vorrebbe fare altro se potesse. Che questo avvenga davvero non dipende né da me né dal ministro socialista in questione. Né, temo, da nessun altri. Quello del ministro socialista francese è solo l'ennesimo caso di uno (o una) le cui buone intenzioni non menano a nulla. E pensare che tutto questo casino francese nasce dal fatto che il socialista che avrebbe vinto a man bassa le elezioni presidenziali in luogo di Hollande, Dominique Strauss- Kahn, è stato messo fuori gioco perché in un albergo di New York è stato attirato o lui s'è lasciato trascinare dalle sue pulsioni nei confronti di una ragazzona nera che serviva in camera. In fatto di pulsioni nei confronti delle donne sempre e comunque Strauss-Kahn non era secondo a nessuno, al punto che delle giornaliste-sgualdrine hanno avuto delle storie sentimentali con lui per poi raccontarle in un libro, roba senza dignità. Di certo ci è stato lui al posto del (mediocrissimo) Hollande, nessun suo ministro leverebbe il dito a cercare di mettere il cappio al collo dei frequentatori di prostitute, a rivendicare una tale scemenza. Né più né meno che quell'altra scemenza, di annichilire i “ricchi” con un prelievo fiscale del 75 per cento. I comportamenti privati restino comportamenti privati, nei quali lo Stato non deve mettere becco. Acciuffare i “papponi” prepotenti, quello sì e meglio si fa meglio è. E stiamo leggendo adesso sui nostri giornali di un caso in cui persino la madre di una ragazzetta romana ha aizzato la figlia a vendere la sua femminilità, e su quel caso è tutto un fiorire di “papponi” e di clienti miserevoli ardenti di comprare il tempo della ragazzetta. Robaccia, che fa da specchio del nostro tempo. Un tempo italiano in cui la ipocrisia la fa da padroni, e diventa giornalismo che un'ex starlette vada a spifferare in tv di una sua amica che forse è lesbica e forse no. Lasciamo a ognuno il suo tempo e i suoi vizi e i suoi incontri sessuali se consenzienti. Il miglior governo e la migliore guida della vita pubblica è quella di chi rompe le balle al minimo al prossimo suo. Ivi compresi quelli che vanno in auto a via Salaria, si fermano e chiedono il prezzo a una ragazza. Passeranno i secoli e tutto questo continuerà. Non che io ne sia felice, ma se è per questo non sono felice del 90 per cento di quello che mi vedo attorno. Adieu, ministro Olivier.  di Giampiero Mughini

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