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Germania, il pedaggio sulle autostrade solo per gli stranieri

Angela Merkel

Pedaggio sì, ma soltanto per gli stranieri. Con buona pace della (teorica) Unione europea. E Bruxelles che fa? Si piega ai diktat di Angela

Andrea Tempestini
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Uno schiaffo agli europei e, dunque, agli italiani. Le autostrade tedesche, quelle dove il limite di velocità spesso non esiste, non saranno più gratuite. Ma le pagheranno soltanto gli stranieri, non i tedeschi. Gli europei dell'Unione europea, con buona pace del Vecchio Continente e della sua teorica unione. Con buona pace dell'abolizione delle frontiere e del trattato di Schengen. Le autostrade le pagheranno tutti i non-tedeschi, un escamotage con cui Angela Merkel vuole puntellare i teutonici conti pubblici (e trovare una maggioranza coesa). L'Europa si piega - La Grosse Koalitionen emersa dalle recenti elezioni vuole far cassa sulle Autobahnen, tradizionalmente gratuite. Così le migliaia di italiani che, tra le altre cose, ogni anni migrano all'Oktoberfest di Monaco rischiano di pagare il pedaggio. Ma non ci sono problemi con le norme continentali che intimano di evitare ogni discriminazione tra cittadini della Ue? No, perché proprio l'Europa sarebbe intenzionata a dare il suo ok alla decisione. La notizia viene rilanciata dal quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, secondo il quale il commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas, ritiene compatibile con le norme europee con la proposta tedesca, in particolare se ci fosse una forma di pagamento ridotta per i tedeschi. Nodo politico - Per esempio, secondo Kallas, i germanici potrebbero pagare un contributo nel bollo auto, che poi possono scaricare dalle tasse. Un trucchetto, un'ide per evitare noie con Bruxelles. Il via libera darebbe una grossa mano alla Merkel, che scioglierebbe un nodo politico per la formazione del governo: arriverebbe l'ok alla formazione della maggioranza da parte della Csu, che della gabella sulle autostrade ha fatto un perno della sua campagna elettorale. La Cdu e la Spd, da parte loro, avrebbero già dato il loro via libera. Una decisione, forse, dal peso poco più che simbolico, per gli italiani e gli europei. Ma è una decisione che, di fatto, calpesta ogni dettame e ogni discorso sulla (teorica) Europa unita.

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