Emmanuel Marcon, il galletto scappa come un coniglio: l'elicottero pronto a salvarlo dai gilet gialli
Le rotatorie della Francia profonda sono diventate le loro nuove agorà, luoghi di dibattito e condivisione di idee, dove preparare le manifestazioni. Ma i gilet gialli, il movimento sociale nato sui social network contro il caro-benzina, ha ambizioni più alte: dopo le strade e i palcoscenici televisivi, puntano a conquistare il Parlamento europeo, secondo quanto raccontato ieri dal settimanale Marianne. È Christophe Chalençon, uno dei volti mediatici di primo piano dei gilet gialli, ad aver lanciato l' idea di una lista per le elezioni europee del maggio 2019. L'obiettivo? «Portare la voce della ruralità e della provincia» di fronte a una Bruxelles «disumana, che si interessa esclusivamente alla finanza a discapito dei popoli». Professione fabbro, Chalençon, originario del Vaucluse, ha votato Macron al primo e al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2017, ma si è pentito, e ora dice di voler cambiare la macchina europea dall' interno, «perché è l' unico modo per farci sentire» dall' inquilino dell' Eliseo. Leggi anche: Emmanuel Macron, la mancetta ai gilet gialli Galvanizzato da un sondaggio pubblicato dal Journal du dimanche, che dà un' eventuale lista dei gilet gialli al 12%, Chalençon si è già attivato per mettere in piedi il progetto, trovando un sostegno di peso: Bernard Tapie, ex presidente dell' Olympique Marsiglia ed ex ministro delle Città sotto la presidenza Mitterrand. L' uomo d' affari, contattato da Marianne, ha detto di essere «profondamente toccato» dalla rabbia dei gilet gialli e di essere pronto «ad offrire uno spazio per organizzarsi ed esprimersi attraverso La Provence (quotidiano di cui è editore, ndr), per permettere loro di proporre un' offerta politica alternativa». «Questo movimento deve strutturarsi. Altrimenti rischia di spegnersi, o di essere strumentalizzato da un partito politico», ha aggiunto. Anche Alexandre Jardin, scrittore e fondatore del movimento civico Bleu Blanc Zèbre, ha affermato di voler sostenere questa «rivolta territoriale contro il sistema centralizzato». Intanto, l' esecutivo, attraverso il suo portavoce, Benjamin Griveaux, ha chiesto ai gilet gialli di essere «ragionevoli» alla luce di quanto accaduto a Strasburgo, e di non scendere in piazza sabato prossimo. Ma Priscillia Ludosky, una delle leader del movimento, ha confermato che il "V Atto" della mobilitazione si terrà. Chissà, allora, se il capo dello Stato si barricherà ancora dentro la sua fortezza. Il Canard enchaîné ha rivelato che sabato scorso il palazzo presidenziale era stato trasformato in un vero e proprio bunker, con un elicottero pronto a mettere in salvo Macron in caso di "presa dell' Eliseo". di Mauro Zanon