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Immigrazione, il piano Merkel-Macron: tutti in Italia per otto anni, come ci ricattano

Davide Locano
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Secondo Angela Merkel, testuali parole, "le migrazioni portano prosperità". La cancelliera cavalca l'accordo di Marrakech sulle migrazioni ma, soprattutto, tira in ballo l'Italia, il suo governo e in particolare Matteo Salvini. Il punto è che per riaffermare una certa centralità tedesca in Europa, Merkel non poteva che sfruttare il Global Compact di cui è sempre stata grande sponsor. "Le migrazioni - ha sottolineato di fronte ai 163 delegati dell'Onu - quando sono legali sono anche una cosa positiva". Parole pronunciate proprio nel giorno in cui le Nazioni Unite hanno adottato il patto sul "diritto a migrare", ma soprattutto proprio nel giorno in cui Berlino e Parigi hanno presentato un nuovo, l'ennesimo, piano comune per il regolamento di Dublino. Una proposta che - toh che caso - finirebbe per penalizzare, e non poco, l'Italia. Leggi anche: "Nuovo fascismo": Gino Strada, dove si spinge sugli immigrati e Salvini "Il meccanismo di solidarietà - si legge nel documento fatto trapelare in questi giorni a Bruxelles - dovrebbe essere basato sui ricollocamenti come regola (al fine di creare prevedibilità e certezza per gli Stati membri in prima linea) con la possibilità per uno Stato membro, su base giustificata, di derogare non ricollocando e mettendo in opera misure alternative di solidarietà". Cosa significa tutto ciò? Presto detto, si tratta di un compromesso che finirebbe col penalizzare l'Italia, che da tempo chiede che venga messo nero su bianco l'obbligo di ridistribuzione dei migranti. La proposta franco-tedesca, nei fatti, renderebbe obbligatori i ricollocamenti, ma con una scappatoia per chi non intende farsi carico dei profughi. Già, basterebbe infatti "motivare" la richiesta di deroga e assicurare alternative "significative". Ed è ovvio come simile proposta per un Paese di primo ingresso come l'Italia è indigeribile. Soprattutto perché la stessa proposta prevede che il Paese di primo ingresso si assuma la responsabilità degli stranieri per un periodo di otto anni. Un'eternità.

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