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Nobel per la Pace 2013 all'Opac, l'ente contro le armi chimiche

Il comitato di Oslo assegna il riconoscimento per dare un segnale forte: "I fatti in Siria rendono il bando una priorità"

Giulio Bucchi
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Il Premio Nobel per la Pace 2013 è stato assegnato all'Opac, l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Lo ha annunciato il presidente del comitato norvegese, Thorbjon Jagland, sottolineando che in questo modo si spera di contribuire alla completa distruzione delle armi chimiche. Un premio sulla fiducia, come d'altronde il comitato ha abituato il mondo. Basta ricordare il Nobel per la Pace 2009 assegnato al presidente americano Barack Obama, da poco insediato alla Casa Bianca. Come andò (con la guerra in Libia, il caos della Primavera araba gestito in maniera pessima da Washington) è facile ricordarlo. Quello all'Opac, però, suona anche più sinistro: arriva nell'anno in cui le armi chimiche sono tornate clamorosamente alla ribalta, con gli attacchi e le decine di morti in Siria, dilaniata da due anni di guerra civile vissuta dalla diplomazia internazionale in modo più o meno indifferente. Non a caso, nella motivazione del Nobel si legge: "I recenti eventi in Siria, dove le armi chimiche sono state ancora usate, hanno sottolineato la necessità di rafforzare gli sforzi per mettere al bando queste armi". La speranza è che il Nobel "sulla fiducia" non si trasformi in un Nobel "alla memoria".

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