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Irlanda, referendum abolizione Senato: vince il no, la Camera Alta rimane in funzione

Il governo ne proponeva la chiusura per risparmiare 20 milioni di euro all'anno. Ma vince l'opposizione: "Strumenti della democrazia"

Roberto Procaccini
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La "ggente" conserva quello che la "Kasta" è disposta a sacrificare. In Irlanda il referendum sull'abolizione del Senato registra un risultato a sorpesa: la cittadinanza rifiuta l'abolizione della camera Alta del Parlamento, proposta dallo stesso governo per risparmiare 20 milioni di euro all'anno. Il verdetto delle urne vede vincere il no con un margine di 42500 voti: il 51,8 per cento dei votanti si è espresso per il mantenimento del Senato, il 48,2 per la sua soppressione. I sondaggi precedenti il voto vedevano in vantaggio gli abolizionisti. Incisivo il peso dell'astensione: solo il 40 per cento degli aventi diritto al voto si sono recati alle urne. Battaglia politica - Il referendum avrebbe dovuto ratificare la decisione presa dalla compagine di governo, guidata dal Fien Gael (partito d'area conservatrice, iscritto ai Popolari Europei). Contro la decisione si sono battutti i parlamentari del Fianna Fail (compagine d'area liberale), che hanno opposto alla propaganda governativa (che descriveva il Senato come un ente "inutile e costoso") una campagna centrata sul valore della camera Alta quale strumento di controllo democratico sull'operato dell'esecutivo.

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