ATTACCO IN SIRIAObama alza la vocema scappa dalla guerra
Il presidente americano annuncia: "Gli Usa interverranno militarmente ma prima chiedo l'autorizzazione al Congresso"
Il discorso del presidente Barack Obama, atteso per le 19.15 e slittato poi di mezz'ora, ha aperto nuovi scenari al possibile attacco alla Siria. Il leader americano ha comunicato dalla Casa Bianca che cercherà l'autorizzazione del Congresso dei cittadini americani prima di intervenire contro il regime di Bashar Assad, accusato di aver fatto uso di armi chimiche contro i ribelli e i civili. "L'attacco del governo siriano è un attacco alla dignità umana", ha detto "Sono pronto a dare l'ordine per intervenire". Aggiungendo che "Il dibattito ci deve essere perché la decisione è troppo importante. Siamo pronti ad andare avanti come un'unica nazione". Un annuncio che comporta un passo indietro, quindi, rispetto alla guerra lampo ipotizzata nei giorni scorsi, con l'appoggio della Francia di Francois Hollande. La decisione potrebbe infatti slittare al 9 settembre, data in cui la Camera e il Senato americani torneranno a lavorare a pieno regime. In realtà la legge non obbligherebbe a Obamaa chiedere il permesso del Congresso in caso di attacco, ma solo a notificarlo almeno 48 ore prima. Il voto sarebbe obbligatorio esclusivamente nel caso in cui la guerra si protraesse per più di 60 giorni. La reazione - Intanto il regime di Damasco aveva paventato l'ipotesi di una reazione violenta in caso di attacco. Nonostante la situazione di relativa normalità nella capitale siriana, l'esercito siriano "è mobilitato, ha il dito sul grilletto". Così ha riferito il primo ministro siriano, Wael al-Halqi, in una nota diffusa dalla tv di Stato di Damasco. Ora ci sarà da vedere come reagirà il regime del raìs a questo "intenerimento" della posizione americana. L'Italia - Il ministro degli Esteri Emma Bonino, nel frattempo, resta ferma nella sua posizione. L'Italia punta a una soluzione diplomatica, annunciando al resto del mondo che "attaccherà solo in caso di benestare dell'Onu". "Comprendiamo l'iniziativa di Stati Uniti e Francia, alla quale però, senza le Nazioni Unite, non possiamo partecipare", ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta. "La settimana prossima a San Pietroburgo faremo di tutto perché si trovi una soluzione politica", ha aggiunto. Le forze Usa - Intanto il dispiegamento delle navi militari d'oltreoceano non si arresta. Una sesta nave da guerra degli Stati Uniti è operativa da ieri sera nel Mediterraneo orientale, accanto ai cinque cacciatorpediniere armati con missili da crociera, hanno reso noto funzionari della Difesa americana. D'altronde Obama, nel suo discorso, ha anche sottolineato che la punizione per l'uso del gas nervino che ha ucciso centinaia di persone arriverà, poiché è impossibile "lasciare che un crimine così gravi resti impunito".