Quando Napolitano fece Assad Cavaliere di Gran Croce
Re Giorgio tre anni fa, dopo una visita a Damasco, conferì l'onorificenza al leader siriano per "gli sforzi per la pace". Solo l'anno scorso, dopo 2 anni di sangue,il Colle gli ha ritirato la medaglia...
"Tiranno", "nega la democrazia", "è un dittatore". E' questo il tono dei giudizi che la politica internazionale esprime su Bashar al Assad. Commenti ed etichette che cominciano a farsi strada anche a casa nostra con i venti di guerra che tirano da Damasco. "Gli elementi indiziari che abbiamo puntano a rafforzare l'ipotesi che siano state le forze siriane a far un uso massiccio di agenti chimici letali, in particolare il sarin”, che è “il più letale”, afferma il minsitro degli Esteri, Emma Bonino. E aggiunge che “l'uso di armi chimiche caratterizzato da sistematicità e consapevolezza contro i civili è un crimine di guerra ai sensi dello Statuto della Corte penale internazionale”. Insomma ormai Assad ha tutte le caratteristiche del "tiranno sanguinario". Eppure in Italia, Assad è stato sempre accolto col tappeto rosso. L'onorificenza di Re Giorgio - Soprattutto da Giorgio Napolitano. La prima visita ufficiale del leader di Damasco dopo l'11 settembre 2001 è stata organizzata proprio in Italia, a Roma. Per Napolitano la Siria era l'attore protagonista nel processo di pace del Medio Oriente. Ma non finsice qui. Napolitano ha sottolineato diverse volte l'amicizia che legava la Siria e l'Italiaì con apprezzamenti per "la modernizzazione impressa da Assad al proprio Paese". Solo tre anni fa il presidente Napolitano nominava il leader siriano cavaliere di gran croce. Un riconoscimento conferito al termine di una visita ufficiale in Siria in cui non erano mancati gli attestati di stima da parte di Re Giorgio per la laicità e la libertà di vedute del governo di Damasco. Insomma per Napolitano, Assad era degno anche di una delle onorificenze più alte dello Stato italiano. Resosi conto in ritardo dell'errore, Napolitano lo scorso anno ha ritirato l'onorificenza concessa ad Assad. Un pò tardi. I disordini in Siria vanno avanti da ben 3 anni. Ma a "stimare" Assad non era solo Napolitano. L'elogio di Pera e Casini - Anche gli allora presidenti di Camera e Senato, Pierferdinando Casini e Marcello Pera avevano parole "al miele" per il leader siriano. I due incontarrono Assad in una cena di gala organizzata dal Parlamento Italiano. Pera durante l'incontro con Assad disse: "Sono molto lieto di accoglierla a Palazzo Giustiniani. Lo sono, in maniera particolare, perché Lei è il rappresentante di un popolo amico dell'Italia, mediterraneo come il nostro, che ha alle spalle un'antichissima civiltà. Questo rende più agevole la cooperazione tra le nostre Nazioni, a beneficio della pace e della stabilità del mondo intero. Mi riferisco alla situazione in Medio Oriente dove il suo Paese svolge un ruolo importante nel processo di pace". Adesso siamo pronti ad imbarcarci, armi in mano, verso Damasco. (I.S)