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La fatwa contro i croissant:"Basta, offendono l'Islam"

Ecco l'ultima follia dei ribelli siriani: le brioches hanno un significato "coloniale"

Andrea Tempestini
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Sul campo di battaglia collezionano da settimane sonore batoste contro le truppe governative di Bashar Assad ma i ribelli siriani puntano a rifarsi sconfiggendo sul fronte della “fat - wa” donne e croissant. Se non ci fosse in corso un guerra sanguinosa che ha già mietuto 100 mila morti ci sarebbe da ridere o da pensare alla bufala. Invece è tutto vero. Come riporta Asharq al-Awsat, quotidiano pan-arabo pubblicato a Londra, una «commissione della sharia» di Aleppo che estende la sua giurisdizione alle aree «liberate» dai ribelli ha emesso una fatwa (editto religioso) per vietare il consumo dei croissant definendoli haram, cioè vietati dall'islam, per il loro significato «coloniale».  Il dolce a forma di mezzaluna nacque infatti per celebrare la vittoria delle armate cristiane sui turchi che assediavano Vienna nel 1683. Commissionato ai panettieri austriaci da Giovanni III, re di Polonia, il croissant si è diffuso in Siria non per la sua origine ma perché portato dai francesi che imposero il loro dominio coloniale alla Siria dal 1919 al 1947. I rigidissimi censori islamici lo hanno messo al bando perché lo considerano è un simbolo della vittoria europea sui musulmani. L'emissione di fatwe non è certo nuova nelle aree siriane controllate dai ribelli e di solito nel mirino degli islamisti finiscono le donne. Sempre ad Aleppo un'altra fatwa diffusa via Facebook vieta alle «donne musulmane di truccarsi o di indossare abiti aderenti» come jeans o camicette.  Non sono solo i qaedisti del Fronte al- Nousra o le tante milizie salafite a distinguersi per la rigidità nell'imporre costumi islamicamente corretti alla popolazione ma anche i cosiddetti «ribelli laici» come i militari disertori dell'Esercito libero siriano (Els). In un'altra fatwa emessa dal Consiglio della Magistratura unita, affiliato all'Els, si prevede un anno di carcere per chiunque non osservi il digiuno nelle ore del giorno durante il mese sacro del Ramadan. Con simili «liberatori » non c'è da stupirsi che Assad stia vincendo la guerra anche grazie all'aiuto indiretto dei curdi che da diversi giorni impegnano con successo in battaglia i jihadisti del Fronte al Nousra e i qaedisti dello Stato islamico d'Iraq e del Levante che hanno subito decine di perdite negli scontri nella provincia settentrionale siriana di Hassaké scatenatisi dopo il bombardamento di Ras al-Ain, una località a maggioranza curda del nord della Siria.  Nella stessa regione gli islamisti avrebbero preso in ostaggio 200 civili curdi e ieri, negli scontri lungo il confine è stato ucciso un cittadino turco colpito da un proiettile vagante. Le forze di Damasco, all'offensiva nei settori strategici di Homs e Aleppo, hanno bombardato ieri con aerei da combattimento obiettivi in territorio libanese, per la precisione a Arsal nella valle della Bekaa, uccidendo nove persone, tutti cittadini siriani. In quel settore, già colpito da raids aerei nel giugno scorso, vengono registrati traffici di armi che i sunniti libanesi fanno pervenire agli insorti siriani.  di Gianandrea Gaiani

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